martedì 30 dicembre 2008

RICATTI E "BOTTEGHE" .....NESSUNO VI RIMPIANGERA'

ORTONA L'Eni ha avviato lo smantellamento del Distretto. Entro gennaio saranno attuati i primi provvedimenti logistici legati al Piano Industriale che prevede la cancellazione della sede direzionale E&P di Ortona. Una ventina tra funzionari e dipendenti del polo di Sant'Elena in questi giorni hanno ricevuto lettere di trasferimento a Ravenna e Val d'Agri e "per il 2009 - annuncia il coordinamento Rsu - è atteso un massiccio ricorso alla mobilità con possibili prepensionamenti e la Cig per le Aziende dell'indotto".
Subito dopo l'Epifania sarà convocata la Consulta del Lavoro, con ogni probabilità alla presenza di rappresentanti della multinazionale dell'rnergia, per analizzare insieme alle organizzazioni di categoria e le parti sociali le conseguenze della crisi sul tessuto locale, anche alla luce di una ricognizione condotta prima di Natale dalla Cisl tra tutte le ditte del comparto. Secondo il sondaggio molte realtà lasceranno la città per seguire l'Eni altrove, con una prospettiva di forte recessione economica per il sistema produttivo, che per il 70% si è consolidato negli ultimi 30 anni attorno al segmento della ricerca e sfruttamento degli idrocarburi. Verrà chiesto un incontro al neo governatore Gianni Chiodi. «La posizione della Regione - accusa il coordinamento Rsu - che ha bloccato le attività di estrazione e produzione in Abruzzo sta causato la fuga delle principali Aziende del settore a cominciare proprio da Eni, che, dopo aver contribuito a creare oltre 3000 posti di lavoro sul territorio, è stata letteralmente cacciata a pedate dai politici legati agli interessi di bottega (????) delle singole comunità locali, che hanno preferito fiancheggiare i comitati ed i movimenti contrari alle attività petrolifere. Nell'ultimo anno si è sviluppato attorno al problema del Centro Oli un teatrale psicodramma collettivo la cui responsabilità ricade principalmente sull'uso distorto delle informazioni e sulla incapacità di governo della classe dirigente», riguardo a una vicenda che invece, secondo le Rsu Eni, «si sarebbe dovuta ricondurre nel merito tecnico» e non farne «motivo di guerra ideologica e tema di campagna elettorale». Pur condividendo le preoccupazioni dei sindacati e dei lavoratori del comparto, non si può tuttavia far passare sotto silenzio una infelice espressione usata nel comunicato: non si posssono definire "interessi di bottega delle singole comunità locali" l'opposizione, ad esempio, delle cantine sociali, degli operatori turistici, di decine di Comuni (compresi Chieti e Pescara), di migliaia e migliaia di cittadini preoccupati del futuro dei loro figli e persino della Chiesa. Non sono interessi "di bottega" così come non lo sono quelli di chi legittimamente difende il proprio lavoro. Si muova la politica, allora, ma senza cedere in alcun modo a scelte che potrebbero far pensare a inaccettabili ricatti.
C. D'I.


DA " IL TEMPO D'ABRUZZO" 30/12/2008

sabato 27 dicembre 2008

Ambientalismo all'abruzzese: wwf antesignano, già 10 anni fa infatti...

La sezione abruzzese del WWF si è sempre vantata di saper gestire i parchi. Ma la Corte dei Conti nel 2003 ha condannato il presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo Fulco Pratesi a un risarcimento di oltre 88.000 euro più interessi e spese di giudizio. La decisione si riferisce alla gestione dissennata del Parco Nazionale d'Abruzzo. La Corte rimproverava a Pratesi di non aver controllato l'operato del direttore generale Tassi, che si sarebbe dato a una serie di spese pazze. Franco Tassi, già decano dei direttori dei Parchi Italiani, uno dei primi soci del WWF, idolo della cultura conservazionista italiana, è stato prima allontanato dalla direzione del Parco Nazionale d'Abruzzo, carica che ricopriva dal 1969, e poi è stato licenziato e condannato. In un dossier pubblicato dal settimanale «Tempi», risulta che la lista delle violazioni compiuta dall' accoppiata Tassi - Pratesi è impressionante: un diffuso sistema di assegnazione di funzioni superiori a tutto il personale, in palese violazione delle leggi vigenti. Apertura di uffici periferici a Roma e a New York; falsi in bilancio, debiti miliardari, gestione privata dei fondi in dotazione al Parco. La relazione sulla gestione del Parco d'Abruzzo stilata nel 1998 dalla Corte dei Conti denunciava già una «situazione di diffusa illegittimità».

mercoledì 24 dicembre 2008

la vera storia parte I°-"..e per fondatore un nazista"

( nella foto il principe Bernardo d'Olanda , fondatore del WWF. Le attività di spionaggio di questo signore a favore delle unità speciali delle SS (o Schutzstaffel) nella industria chimica "IG Farbenindustrie",la stessa che fabbricò lo Zyklon-B, usato nelle camere a gas, sono documentate dalle testimonianze del Processo di Norimberga.)


Nel 1948 Sir Julian Huxley, un famoso biologo, istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali). L’IUCN ha sempre avuto relazioni molto strette con il Foreign Office inglese. Per tutta la vita Huxley ha lavorato su progetti di conservazione della natura. Nel 1960, fece un viaggio attraverso le Colonie Inglesi che stavano per ottenere l’indipendenza. Il suo ruolo fu quello di accertarsi che il governo inglese fosse in grado di mantenere le grinfie nella gestione delle Riserve naturali situate nei paesi del Commonwealth, cosa che avviene ancora oggi. Talvolta fu in grado di convincere i nuovi leaders africani che ogni loro cittadino era un bracconiere potenziale. La Gran Bretagna si è sempre preoccupata di ottenere illimitatamente le materie prime dai paesi del Commonwealth. E’ da notare che l’IUCN ha tuttora nel suo nome le parole “risorse naturali”. L’Avvocato olandese J. Wilgers affermò che l’IUCN fosse una estensione degli uffici governativi e dei pubblici settori della Gran Bretagna, perché alla fine è li che si trovano i veri beneficiari delle sue attività. Un anno dopo il viaggio, l’11 settembre 1961 (40 anni esatti prima dell’attentato alle torri gemelle), lo stesso Julian Huxley fondò ufficialmente il WWF, insieme al principe Bernardo d’Olanda e al Principe Filippo di Edinburgo, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN. In realtà dopo la nascita del WWF l’IUCN passò in secondo piano, ed a 30 anni dalla sua fondazione, il WWF controllava il 10% della superficie mondiale. Ad esempio, controlla il 40% della Tanzania. All’inizio degli anni ‘70 fu istituito, sempre dal Principe Filippo e da Bernardo d’Olanda, un club che ha lo scopo di generare fondi per il funzionamento del WWF.
Tale club prese il nome di Club 1001. Nel 1974 fu fatto appello a tutti i membri affinché versassero una quota una tantum di 10.000 dollari, una specie di iscrizione a vita. Da allora in poi le informazioni disponibili sulla vita e sul funzionamento del club sono molto scarse. Nel 1980, la rivista Private Eye pubblicò un articolo in cui campeggiava la domanda “cosa ottengono i membri del club 1001 in cambio della loro quota di iscrizione oltre al privilegio di poter cenare col Principe Bernardo o col Duca di Edinburgo ?” Questa è l’unico riferimento che testimonia che il Club 1001 organizza i suoi meeting. Una cosa certa è comunque che ancora nel 1996 il Club reclutava nuovi membri. Sul sito di Buttonboss si poteva leggere: “Buttonboss ha celebrato il suo 20° compleanno e, una volta ancora il Principe Bernando ci ha onorato della sua presenza partecipando allo spettacolare party celebrativo che si è tenuto a Twente (Olanda). E’ stato in questa occasione che egli, a nome dei membri del comitato ristretto del Club, ha offerto a Henk Brusse l’iscrizione al Club 1001, per partecipare al quale doveva comunque dare un contributo. Il club comprende 1001 buoni amici del Principe Bernardo, tutti contribuenti per sostenere le attività del WWF". Nel 2005 la sezione olandese del WWF confermava che i meeting del Club 1001 si tenevano ancora, ad esempio in quell’anno si era tenuto un Panda Ball nel Principato di Monaco e una cena a Barcellona. Da notare che le varie sezioni nazionali del WWF, appositamente interpellate, hanno mostrato scarso interesse a rispondere a domande sull’attività del Club 1001. Comunque fonti ufficiali WWF hanno confermato che la quota vitalizia di iscrizione al Club era salita a 25.000 dollari nel 2005. Con tale quota i membri del Club usufruiscono di escursioni naturalistiche ed eventi organizzati dal WWF Internazionale. Le informazioni fornite dal WWF Internazionale permettono di speculare sulle entrate annuali del Club. Se il Club ha circa 1000 soci di 45-50 anni, si può ipotizzare un tasso di mortalità di circa 20 persone all’anno, che significa un ammontare di quote di iscrizione di 500.000 dollari annui. Ma quali sono gli intendimenti delle persone che partecipano ai meeting ? Eccoli, secondo il sopraccitato articolo di Private Eye. “La risposta risiede nel fatto che il WWF Internazionale, per le cause della conservazione, deve sempre di più stringere accordi coi ministri economici e dell’ambiente dei paesi del Terzo Mondo che controllano importanti mercati e risorse di cui gli industriali hanno disperato bisogno. Sotto l’egida del WWF, gli uomini d’affari possono informalmente incontrare politici che condividono le loro vedute in base alle quali ciò che è buono per gli affari è buono anche per i conti bancari”. Secondo l’Avvocato olandese J. Wilgers, in definitiva l’IUCN ed il WWF, "sono stati creati come strutture del il neo-colonialismo inglese".Alcune attività dei fondatori del WWF e dei soci del Club 1001In questa foto scattata il 26 gennaio 1961 compaiono, da sinistra a destra: il Principe Filippo, Duca di Edimburgo, il Principe Jagat-Singh (col piede sulla testa della tigre), il Maragià di Jaipur, la Regina Elisabetta e la Maharani di Jaipur. La tigre era stata abbattuta dal Principe Filippo durante una battuta di caccia alla tigre con l’elefante. La pelle della tigre fu poi spedita e conservata al Castello di Windsor. Il Principe Filippo fondò qualche mese dopo il WWF, di cui ne divenne il primo presidente per cedere poi la carica a Bernardo d'Olanda: c’è da pensare che ad una persona così stesse a cuore la conservazione della natura ?
Pure al secondo presidente del WWF, il Principe Bernardo d'Olanda, la natura andava "un po' stretta". Infatti, Dario Paccino, nel suo "L'imbroglio ecologico" (Einaudi, 1972) riporta la seguente notizia: "Il Presidente del WWF, Principe Bernardo d'Olanda, nel marzo del 1970, insieme con altri "Vip" (il marchese Edilio Raggio, l'armatore greco Niarkos -ex cognato di Onassis -, l'attore Walter Chiari ed il torero Dominguin) fu denunciato alla magistratura dalla sezione cacciatori di Novi Ligure (Alessandria) per essere andato a caccia di frodo su terreno coperto da neve, sul quale normalmente la caccia è proibita, essendo ridotte le possibilità della selvaggina di cercare scampo con la fuga".Vediamo ora qualche "supporter" del WWF. Il Club di Roma fu fondato dal socio del Club 1001 Alexander King e dal n° 2 della Fiat, Aurelio Peccei. Il presidente della Fiat, Gianni Agnelli, era socio del Club 1001. Il Re di Spagna Juan Carlos, anch’esso finanziatore del WWF in quanto membro del Club 1001 è noto per essere un cacciatore senza scrupoli, che non si cura dell’età degli animali che abbatte o se si tratta di femmine gravide. Ad esempio, il 10 ottobre 2004 in una battuta di caccia in Romania
Juan Carlos uccise 9 orsi, un lupo ed tre cinghiali.
Non solo, in seguito anche un orso domestico, di indole mansueta, è stato catturato, impacchettato e portato in una riserva dove, dopo essere stato ubriacato da un mix di miele e vodka, è stato abbattuto dal re Juan Carlos. E' avvenuto in Russia ad agosto 2006. Da ricordare che Juan Carlos si reca sovente a caccia anche in Italia, ed esattamente in Valle Dragoiesolo, Venezia (ad esempio il 25 settembre 2003 e nel 2005).Per avere un quadro più dettagliato sui membri noti del Club 1001 e sulle attività poco note del WWF in Africa, vi consigliamo la visita di questo sito http://www.bibliotecapleyades.net/sociopolitica/sociopol_1001club01.htm da cui sono tratte molte delle informazioni contenute in questo post.

martedì 23 dicembre 2008

Buon Natale ....News sui presunti difensori dell'Abruzzo dall'assalto petrolifero











il WWF Abruzzo schierato per l'ennesima volta contro un impianto a fonte rinnovabile.
Questa volta tocca al previsto impianto eolico di Civitaluparella, in provincia di Chieti, proposto da Civitaluparella Wind, società del gruppo PODINI HOLDING S.P.A., gruppo già operante in Abruzzo con gli impianti di Collarmele, cerchio e quello in prevista realizzazione di Pescina.

Il previsto impianto è fuori da tutti i vincoli, ubicato su coltivi utilizzati per la maggior parte come suoli per la fertirrigazione, cioè lo smaltimento dei reflui prodotti dall'allevamento industriale dei suini da ingrasso....

Per adesso non è dato sapere quali siano le motivazioni di codesti "scienziati" contro tale "deprecabile" iniziativa, ma da tanta "cattedra" ci attendiamo molto. il tutto concentrato, ovviamente, nel loro stile snobistico-radical-protestario del "no a tutto" (tranne al centro oli, ovviamente, ma questa è storia vecchia, risaputa e cìè poco da arrampicarsi sugli specchi) in una paginetta e mezza a firma del loro presidente-avvocato, di cui, da ignorante quale sono "ignoro" le specifiche conoscenze in materia.

che dire ? a voi i commenti....



Nei prossimi giorni mi dedicherò allo scandalo dei posti e delle poltrone legato al mondo cosidetto "ambientalista" nella "regione verde d'europa", quella più bruciacchiata d'europa e con la più grande area contaminata d'europa. Il sistema di finanziamento delle riserve regionali, a quasi totale gestione di questa presunta associazione "ambientalista" , è una formidabile macchina mangiasoldi pubblici e creatrice di clientele parassitarie e ubbidienti alle direttive della sinistra più retriva. Il sottobosco delle coperative sociali, mai oggetto di inchiesta da parte dei vari ispettorati del lavoro, mai oggetto di attenzione dei sindacati compiacenti....

domenica 21 dicembre 2008

L'unico Giusto....

Equilibrio, equidistanza, personalità, sangue freddo. L'unico che non si lascia andare alla deriva sfascista sinistroide sul Centro Oli scatenata dalla perdente sinistra di pietresca e dalfonsiana d'Abruzzo all'indomani della sonora sconfitta elettorale e delle clamorose notizie sulle ruberie dei propri esponenti nel comune di Pescara, da cui evidentemente si vuole allontanare la già scarsa attenzione dei mezzi d'informazione (tutti più o meno già peraltro "omologati" storicamente a sinistra ...) . L'Abruzzo-barzelletta d'Italia e d'Europa finirà. Anche grazie a persone come Giusto Di Fabio...

... «Ci chiariscano una volta per tutte - ha sottolineato il presidente di
Natura Verde Giusto Di Fabio - cosa sarà della nostra Regione, cioè se l'Abruzzo
diventerà petrolifero oppure no». Il neo presidente Gianni Chiodi ha tuttavia
già risposto. Appena sarà insediato il nuovo Consiglio, ha annunciaro, sarà
subito approvata una legge «che riprenda le finalità di tutela della costa
teatina» come nei fatti chiede oggi a gran voce - da destra, dal centro e da
sinistra - l'intera società abruzzese.......


Tieni duro, chi è contro veramente non

giovedì 18 dicembre 2008

Auguri Presidente: tra informazione "seria" e "chiacchiere da cantina"....

la tecnica è sempre la stessa: distorcere, imbrogliare, violentare la verità, allontanare l'attenzione della gente dal vero scandalo : 3 amministratori finiti in carcere, tre amministrazioni importanti messe in ginocchio da scandali indescrivibili, una di queste l'istituzione regionale....
...e hanno ancora il coraggio di parlare!
dire che si è schifati difronte a tanta incredibile malvagità e malafede è dire poco...
ormai il "morbo" demagogico di certa sinistra ambientalista appesta il movimento che si oppone al centro oli. L'errore più grande che si sia potuto commettere è stato quello di farsi monopolizzare dagli opportunisti di sinistra in cerca di visibilità sui vari blogs.
questa notizia non la troverete certo sulla prima pagina del "primo quotidiano online per l'abruzzo" ma tant'è.
Chiodi ci faccia il callo, possono cadere tutti muri non solo di Berlino ma di tutte capitali del mondo, possono fare mille bolognine, travestirsi da tifosi di Obama e Zapatero, giocare a fare i finti riformisti occidentali e moderni ma sogneranno sempre i gulag per i loro avversari politici.
E' il minimo di "democrazia" che le loro menti riescono a concepire....



18 dicembre 2008
In riferimento al provvedimento assunto in data odierna dal consiglio dei ministri relativo alla legge regionale in materia di tutela della costa teatina, il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ribadisce il “no” al Centro Oli del nuovo Governo regionale, e sottolinea che “l’intervento del Consiglio dei ministri è stato reso indispensabile dalle insanabili illegittimità portate dalla Legge regionale.”
“In particolare”, spiega Gianni Chiodi, “al momento dell’approvazione della legge, il consiglio regionale – a seguito delle note vicende giudiziarie - poteva deliberare esclusivamente provvedimenti urgenti ed indifferibili. Inoltre la Legge regionale presentava ulteriori gravi illegittimità tecniche che rendevano inevitabile la censura del Governo”.

Ad ogni buon conto Il Presidente Chiodi ha già concordato con il Ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto, che una volta insediato il nuovo consiglio regionale nella pienezza delle sue funzioni, sarà approvata una nuova legge regionale che riprenda le finalità di tutela della costa teatina, ma che sia scevra dalle gravi illegittimità oggi inevitabilmente censurate. Il Ministro Raffaele Fitto si è già impegnato con il Presidente Chiodi ad assicurare la condivisione del Governo.


(tratto da "Abruzzo Liberale") 18/12/2008

Auguri presidente: non La invidio per niente. Coraggio. E' appena Il 3° giorno....

martedì 16 dicembre 2008

Scuola ENI, per caso?

Ogni giorno ho a che fare con robusti ignoranti che occupano posizioni di punta nelle scale gerarchiche all'interno di organizzazioni importanti. Vi assicuro che ne conosco tanti, tantissimi. Nella mia vita non mi sono mai fatto assumere da nessuno, non per snobbismo ma semplicemente perchè sono anarchico, scontroso e , insieme a tutti i miei collaboratori (tutti rigorosamente annoverabili nella schiera degli amici più cari) all'interno del mio studio, non uso la sveglia nè esistono orari particolari per cominciare o finire .Contratti per R&D assolutamente temporanei e mirati, consulenze mirate, mai in esclusiva: ci piace avere clienti e non padroni.....dieci anni fa ebbi un'offerta importante, non ho ancora capito perchè all'epoca non volli accettare, ma non accettai e non ho mai avuto rimpianti. Sarà stata la paura di diventare cretino come questo tizio del video?


Questo qui percepisce poco meno di 900 mila euro all'anno più robuste stock options."NapoleTone fece il suo capolavoro a Waterloo". Ah sì? Già, e allora , chessò, fatemi pensare....Leonida vinse alle termopili e Pompeo a farsalo....Queste le parole di Luca Luciani, Head of Domestic Mobile Services di Telecom, raccolte in un video che ovviamente sta spopolando su Youtube. La sconfitta definitiva del grande condottiero francese che in seguito venne spedito in esilio nell'isoletta sperduta di S.Elena sarebbe un esempio che i lavoratori Telecom, sfiduciati e stonati dalle tante notizie negative sull'azienda lette sui giornali, dovrebbero seguire.Il paragone viene ripetuto diverse volte senza che il manager si accorga della castroneria che sta dicendo: forse in uno dei suoi corsi su come parlare in pubblico gli avranno parlato, con tutta probabilità, della battaglia di Austerlitz. Domande: chi ha dato la laurea a questo signore? perchè i giudici non indagano su chi l'ha messo in capo alla telecom?dove l’hanno preso? Tutto un dire “incazzato”, “cazzo”, “gnente”, parla come un burino de Roma, e conclude ricordando più volte che Napoleone, anzi no "NAPOLETONE"a Waterloo, fece il suo capolavoro di strategia. Come c’è arrivato lì? E quante persone, che rispondono al call center di Telecom, sanno di Waterloo meglio di lui, e sanno parlare senza queste evidenti inflessioni dialettali? franco Bernabè ha annunciato 9.000 licenziamenti. Tra i licenziati non c'è questo sciagurato burino, che addirittura potrebbe e dovrebbe diventare futuro presidente di Tim Brasil. Mettiamolo all'Eni e mandatecelo a Ortona.....

lunedì 15 dicembre 2008

“Io non volevo cambiare il mondo..."

Come dice giustamente PdN “gli abruzzesi non ci credono”. E se non ci credono c’è da preoccuparsi. Perché questa è da sempre terra di libertà. Questa mattina guardavo fuori dalla finestra e ammiravo la Maiella e ritornano alla mente i nomi di quei fieri uomini. Qua imperversò l’impeto rivoluzionario di Domenico Valerio detto “Cannone”, contadino di Casoli, di Pasquale Mancini e Salvatore Scenna, di Policarpo Romagnoli, Giovanni Di Sciascio, Domenico Saraceni Qua hanno lasciato il loro sangue “i briganti della libertà”, gli uomini senza padroni, senza partito e senza stellette che gli eserciti alleati poterono ammirare per il loro coraggio, coloro che contribuirono a liberare Bologna e Milano, coloro i quali subirono da parte delle forze cattocomuniste monopilizzanti la storiografia ufficiale sulla “resistenza” per meri scopi di potere di pochi (Togliatti in primis, colui che definiva i soldati italiani in russia “miserabili mandolinisti”….), che occuparono le nuove istituzioni repubblicane nell’immediato dopoguerra, l’onta del mancato riconoscimento del loro valore e del sacrificio dei loro commilitoni soltanto perché di difficile catalogazione politica secondo gli schemi imposti da Togliatti e dai democristiani. Umiliati dai comunisti e dai riciclati fascisti ma mai domi. Qua lasciò il suo sangue l’eroe inglese Lionel Wingram, il protettore degli abruzzesi liberi. Qua combatterono e trovarono protezione le bande armate dell’esercito rivoluzionario del Sud, coloro i quali dalla storiografia serva dei vincitori vengono semplicemente chiamati “briganti” e invece furono dei patrioti. Su queste balze venivano reclutati i giovani figli delle nobili famiglie sannite che andavano a costituire la “legio linteata”, il reparto suicida legato dal sommo giuramento di morte fatto insieme ai compagni d’armi nel cerchio sacro del telo di lino secondo i rituali di un popolo civilissimo, venuto a contato con i greci ben prima dei romani… Duri montanari che fecero sfilare i romani alle forche caudine, che sostennero Annibale, che furono piegati, dopo duecento anni, solo perché mancava loro lo sbocco in mare .Da sempre gli abruzzesi hanno un alto senso della loro terra, del loro vivere in pace con se stessi e con gli altri, ma….





“Io non volevo cambiare il mondo: volevo solo vivere in pace”. (Domenico Troilo, vice comandante e responsabile militare della Brigata Maiella)

mercoledì 10 dicembre 2008

tutti gli ostacoli possibili e 12 minuti...

Troppe norme ostacolano lo sviluppo delle fonti rinnovabili
Millenovecentodieci pagine, per raccogliere 84 leggi nazionali e comunitarie, 27 delibere dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, 21 sentenze (dalla Corte Costituzionale al Consiglio di Stato ai TAR regionali), 7 circolari e risoluzioni, 120 leggi regionali. Questi, in cifre, i contenuti del “Codice delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica 2009” il volume delle Edizioni Ambiente presentato oggi a Roma dal presidente Piero Gnudi e dall’amministratore delegato e direttore generale dell’Enel Fulvio Conti alla presenza del Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, di esponenti politici impegnati sul fronte ambientale e delle autorità di regolazione del settore. La prima raccolta completa delle 259 norme che regolano questo importante settore industriale rappresenta uno strumento indispensabile per quanti quotidianamente devono confrontarsi con la complessità della normativa.Il Ministro Raffaele Fitto ha detto: “Gli ambiziosi traguardi che l’Europa ci pone in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, possono essere raggiunti dall’Italia solo se riusciremo a unificare i processi autorizzativi e i sistemi di incentivazione, attraverso un tavolo Stato-Regioni che eviti sovrapposizioni e ritardi non più accettabili e certamente non compatibili con la rilevanza delle risorse economiche necessarie alla realizzazione di tale sforzo”.“In un contesto caratterizzato dai già onerosi ed ambiziosi impegni legati al piano ‘20-20-20’ dell’Europa, gli impedimenti amministrativi, la complessità normativa e la frammentazione delle responsabilità - ha commentato Fulvio Conti - rappresentano un aggravio di costo ed un ostacolo alla realizzazione degli investimenti infrastrutturali di cui il Paese ha bisogno, in particolare anche nel settore delle rinnovabili. E’ il momento di superare la cultura del no a tutti i costi e quell’atarassia amministrativa che mina lo sviluppo economico e industriale del Paese, per trovare un accordo tra Stato e Regioni che possa far ripartire gli investimenti”.“E’ stato calcolato che le complicazioni dell’iter italiano comportano un sovracosto del 20-25% sul prezzo dell’elettricità verde”, ha ricordato Gianni Silvestrini direttore scientifico del Kyoto Club. “E’ intenzione del Governo - ha sottolineato Sergio Garribba consigliere per le politiche energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico - intervenire per muoverci rapidamente verso testi unificati e armonizzati”.Enel sta facendo la sua parte: sul fronte dell’efficienza energetica, ha sviluppato una capillare campagna di informazione e promozione dell’uso intelligente dell’energia. Ha distribuito 17 milioni di lampadine fluorescenti ad alta efficienza, che durano 8 volte di più e consumano l’80% in meno rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza. E ha distribuito più di 4 milioni di economizzatori idrici, che consentono di risparmiare anche fino al 60% di acqua calda, con risparmio annuo di circa 201 milioni di chilowattora e minori emissioni per 139.000 tonnellate di CO2. Grazie al contatore elettronico, installato nelle case di 30 milioni di clienti Enel in tutta Italia, si possono monitorare i consumi in tempo reale e proporre tariffe multiorarie che incentivano lo spostamento dei consumi lontano dalle ore di punta, contribuendo così a smussare i picchi di domanda.Sul fronte delle rinnovabili, Enel è già oggi un leader del settore. Considerando anche i grandi impianti idroelettrici e la partecipazione in Endesa, oggi Enel ha circa 30.000 MW di potenza installata rinnovabile (di cui 15.400 in Italia); lo scorso anno ha prodotto da questa fonte 67,1 TWh (di cui 26,9 in Italia), evitando emissioni di CO2 per 50 milioni di tonnellate l’anno. Per valorizzare le proprie attività in questo campo Enel ha dato vita a una nuova società interamente dedicata alle fonti rinnovabili, Enel Green Power, che conta su una dote di circa 4.300 MW di capacità installata in Europa e nel continente Americano. E che, grazie a un importante programma di investimenti, intende incrementare significativamente la capacità nei prossimi anni, ottimizzando il mix tecnologia/paese, valorizzando al meglio la leadership su alcune tecnologie, come il geotermico, e crescendo fortemente in altre, come l’eolico ed il solare.Tuttavia come è emerso dalla tavola rotonda di oggi, la realizzazione delle infrastrutture, anche nel settore delle rinnovabili, incontra nel nostro Paese numerose difficoltà, sia per forme di opposizione riconducibili alla cosiddetta sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) sia a causa di numerose inefficienze amministrative, che rendono i processi autorizzativi eccessivamente lunghi, farraginosi e dai tempi incerti.“L’augurio – ha concluso Conti - è che la prossima edizione del Codice, grazie alla collaborazione di tutte le istituzioni e i soggetti responsabili, diventi uno strumento maggiormente agile e fruibile per dare impulso agli investimenti di cui il nostro Paese ha bisogno”.


e pensare che, secondo alcune informazioni raccolte, il comitato VIA abruzzese ha liquidato il Centro oli in 12 minuti....

martedì 9 dicembre 2008

tutto il mondo è paese....italia compresa, i suppose...


dal "boston globe"


Official fined for ethics violation in project testimony

The state ethics commission determined yesterday that a former member of the Massachusetts Marine Fisheries Advisory Commission violated the state's conflict of interest law by testifying before state and federal agencies about the environmental impact of the Cape Wind project while working as a paid consultant for the wind farm's leading opponent.
Mark Weissman, who served on the fisheries commission until August, was fined $2,500. The maximum penalty could have been $4,000 for these violations, said David Giannotti of the ethics commission.
In a phone interview last night, Weissman called the issue a "misunderstanding" of state law and said that he disclosed his work for the Cape Wind opponent to colleagues and some superiors as early as 2003.
"There was nothing hidden about my actions," he said.
On various occasions between 2002 and 2007, Weissman testified before federal and state agencies in his capacity as a state official that the proposal to erect 130 turbines in Nantucket Sound needed further environmental review. He also "voiced skepticism" about fisheries data used in federal environmental impact analyses, according to the ethics commission's findings.
Since 2003, Weissman has received about $48,000 in consulting fees from the central opponent to the Cape Wind project, the Alliance to Protect Nantucket Sound, the commission found. About $8,000 was related to the group's efforts to stop the Cape Wind project.
While Weissman disclosed the relationship to his fellow board members in 2003, the ethics commission penalized him for not disclosing it in writing to the governor, as the conflict of interest law requires.
The ethics commission also found that he violated the law because he testified as a state official in proceedings related to the Cape Wind project while taking money from one of its opponents.
Weissman said he did not disclose in public hearings that he was paid by the Alliance to Protect Nantucket Sound because he was testifying only in his capacity as a commission member.
In testimony where he identified himself as a member of the marine fisheries commission in 2004, Weissman criticized a draft environmental review of Cape Wind issued by the US Army Corps of Engineers and the state and expressed concern that the project would compromise marine resources.
Since 2005, a different federal agency has had control over the environmental analysis and federal lease process for Cape Wind.

domenica 7 dicembre 2008

Il vento della libertà...

se anche New york fosse di nuovo attaccata, se mancasse anche solo per 1 minuto l'elettricità della rete newyorkese, la fiaccola di lady liberty continuerebbe a splendere poichè ha una linea esclusiva e dedicata....
La Statua della Libertà è illuminata grazie all'energia eolica e così pure il relativo museo di Ellis Island.


"Per quanto ci riguarda, siamo contrari alla realizzazione del Centro Oli. L'Abruzzo è la Regione più Verde che ci sia ed i suoi parchi sono più belli di quelli del Maine"

http://www.nrcm.org/issue_windpower.asp



lunedì 1 dicembre 2008

i fatti, prima di tutto....

28-11-2008
SICILIA: IMPIANTO EOLICO GRUPPO MONCADA IN ALBANIA, PRESENTE BERLUSCONI


(ASCA) - Palermo, 28 nov - Al via la realizzazione in Albania, da parte del gruppo siciliano Moncada, del piu' grande impianto eolico mai progettato in Europa (potenza di 500 Mw), a Sud e Sud-Est di Valona, e della linea sottomarina di interconnessione (merchant line) in corrente continua tra la rete di trasmissione Italiana e quella albanese, della capacita' di 500 Mw, che con 1 miliardo e 200 milioni di euro rappresentano il piu' grande investimento di tutta l'Albania.

L'imprenditore Salvatore Moncada, uno dei principali produttori italiani di energia eolica, martedi' prossimo a Tirana, capitale dell'Albania, firmera' la dichiarazione d'impegno ad iniziare i lavori il piu' presto possibile, in cambio di un'accelerazione dell'iter autorizzativo giunto alle fasi conclusive. La cerimonia si svolgera' nell'ambito della visita ufficiale del Premier italiano Silvio Berlusconi, alla presenza di quest'ultimo e del Primo Ministro albanese Sali Berisha e di altre autorita' albanesi.

Nel corso della cerimonia con il Presidente del Consiglio, anche altri imprenditori italiani operanti in Albania firmeranno analoghi accordi. In questa occasione Salvatore Moncada si impegnera', in particolare, ad aprire i cantieri entro il primo semestre del 2009, a garantire l'assunzione di personale qualificato residente nei comuni interessati dal progetto, ad avvalersi della collaborazione di imprese locali, e in aggiunta, ove possibile, all'accordo intergovernativo per la gestione della merchant line Italia-Albania che e' in fase di perfezionamento.

Alla cerimonia fara' seguito un incontro nella residenza dell'Ambasciatore d'Italia in Albania, Saba D'Elia, nel corso della quale il premier Silvio Berlusconi incontrera' gli imprenditori italiani operanti in Albania per discutere dei progetti in corso.

dod/map/rob


i fatti, signori, solo i fatti possono sconfiggere le bugie della sinistra italiana e abruzzese...

domenica 30 novembre 2008

Se lo dice il Corriere....

«buoni» Germania (-18,2%), Gran Bretagna (-15,1%) e Francia (-3,5%)
Gas serra, emissioni in aumento
Inventario dell'Onu in 40 Paesi industrializzati. L'Italia è tra i «cattivi»: più 9,9% in sette anni
Il pianeta si tinge di nero, di nero-carbonio. Per assonanza si potrebbe pensare al carbone da ardere, invece in questo caso è l'atomo di carbonio, quello che accoppiandosi con l'ossigeno forma la soffocante anidride carbonica (CO2), il gas dell'effetto serra. Quasi tutti i Paesi del mondo, industrializzati e non, stanno bruciando combustibili fossili e pompando atomi di carbonio nell'atmosfera come mai prima d'ora, ignorando gli impegni solenni di riduzione delle emissioni sbandierati dal Protocollo di Kyoto. La «decarbonizzazione » dell'economia — che in parole povere vuol dire svilupparsi e produrre riducendo le emissioni di carbonio — sembra un inafferrabile miraggio.

POZNAN - Alla vigilia della conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, che quest'anno si tiene a Poznan, in Polonia, da domani al 12 dicembre, le Nazioni Unite hanno distribuito la versione aggiornata di un rapporto, stavolta leggero, appena 30 pagine, che contiene l'inventario delle emissioni di gas serra relative ai 40 Paesi più industrializzati. Paesi che nel 1992 aderirono con entusiasmo alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, con l'obiettivo di limitare i gas serra, ma che poi hanno, per la maggior parte, disatteso lo strumento operativo della Convenzione, il discusso Protocollo di Kyoto, non rispettando i tagli programmati. L'inventario compilato dall'Onu parte dal 1990, anno scelto come base, nella speranza che prima o poi le emissioni di gas serra possano essere ricondotte sotto quei livelli, cioè entro margini di sicurezza per la salute dell'atmosfera, e arriva al 2006, l'ultimo di cui si hanno dati certi. Come al solito, ci sono tanti modi di leggere cifre e tabelle. Chi vuole barare può limitarsi a dire che i gas della febbre planetaria (fra cui la Co2 è il principale) sono passati da 18,9 miliardi di tonnellate nel 1990 a 18 miliardi nel 2006, con una riduzione del 4,7% in 16 anni. Performance in apparenza eccellente. Un'analisi appena più approfondita, come quella contenuta nelle pagine del rapporto, precisa che nel periodo 1990-2000, la riduzione dei gas serra ha toccato addirittura il 6,9%, ma non per la virtù di qualcuno, bensì per disgrazia. Non per effetto di qualche sorprendente ritrovato tecnologico capace di rendere meno famelici i sistemi industriali dei Paesi sviluppati, ma per il crollo economico della Russia e dei Paesi ex sovietici, che ha cancellato interi apparati produttivi e energetici, con le relative emissioni di gas serra, in quel caso particolarmente nere di carbonio e di carbone. Passando, invece, al più recente periodo 2000-2006, il carico dei gas serra è balzato da 17,6 miliardi di tonnellate nel 2000 a 18 nel 2006, con un aumento del 2,3%, e tutto ciò a dispetto dei meccanismi di riduzione introdotti nel frattempo dal Protocollo di Kyoto. Il documento dell'Onu mette poi a confronto le variazioni percentuali delle emissioni dei singoli Paesi industrializzati nel periodo 1990-2006, partendo da coloro che più le aumentano e finendo con quelli che più le riducono. Insomma, carbonizzatori in testa e decarbonizzatori in coda.

CHI INQUINA DI PIÙ- E così scopriamo che, ai primissimi posti, c'è uno strano miscuglio di Paesi benestanti e relativamente più poveri, accomunati dal fatto che si sviluppano contravvenendo clamorosamente agli obblighi di riduzione di Kyoto: Turchia (+95,1%), Spagna (+50,6%), Portogallo (+40%), Australia (+28,8). La nostra Italia (+9,9%) si trova al quattordicesimo posto, nella zona nera, preceduta da Stati uniti (+14,4%) e Finlandia (+13,2%) e seguita da Norvegia (+7,7%) e Giappone (+5,3%). Nella zona bianca brillano Germania (-18,2%), Regno Unito (-15,1%) e Francia (-3,5%) che, fra i grandi Paesi industrializzati, ottengono le migliori performance. E' grazie a loro se la Comunità Europea in toto si guadagna il primato di continente decarbonizzatore. In fondo alla classifica, ci sono i forzati della decarbonizzazione per collasso economico: Russia e Paesi dell'Est, con percentuali di riduzione fra il -30 e il -56%. Il rapporto Onu non ne parla perché si limita ai Paesi sviluppati, ma se si prendono in considerazione anche quelli in via di rapido sviluppo come la Cina, che quest'anno, per ammissione di fonti governative, ha raggiunto gli Usa quanto a emissioni di gas serra (oltre 7 miliardi di tonnellate l'anno), allora si può aggiungere che il pianeta è stretto nella morsa di carbonio delle tre grandi aree continentali americana, europea e cinese e non potrà liberarsene se non con il pieno accordo fra i grandi inquinatori. Al tavolo della conferenza di Poznan, il rapporto Onu dovrebbe costituire la cattiva coscienza dell'Occidente industrializzato, indurre i Paesi firmatari del Protocollo di Kyoto a comportamenti più coerenti; quelli in fuga dal Protocollo, Stati Uniti in testa ma ora anche Italia, a rientrare nei ranghi; quelli in via di sviluppo ad aderire mettendo ormai da parte l'alibi delle responsabilità storiche dell'Occidente. Ma il documento lascia qualcuno perplesso e proprio il negoziatore italiano per eccellenza, il direttore generale del ministero dell'Ambiente Corrado Clini, che fin dagli anni '90 segue le trattative climatiche, contesta l'interpretazione letterale dei dati Onu. «Le emissioni — dice — non vanno lette in valore assoluto, ma rapportandole al prodotto interno lordo, ricavando cioè un indicatore dell'efficienza energetica di un Paese. In altri termini chi, come l'Italia, ha un Pil relativamente alto con emissioni relativamente basse, allora possiede una buona efficienza energetica e ha sviluppato un'economia a basso tenore di carbonio. In questo senso il nostro Paese sta sopra la media europea e supera anche Germania e Regno Unito». Il professor Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf, preferisce invece attenersi alla concretezza dei dati: «L'aumento percentuale delle emissioni dell'Italia, aggiornato a oggi, è ancora peggiore: +12%. E va confrontato con il -6,5% dell'impegno di riduzione assunto a Kyoto. Sarebbe ora di rimboccarsi le maniche e avviarsi verso quell'economia a basso tenore di carbonio che altri Paesi energivori come Germania, Regno Unito e Francia stanno compiendo e che è sicuramente possibile da noi, anche e soprattutto in tempi di crisi economica. Alla luce delle recenti dichiarazioni di Obama pro Kyoto, sarebbe un grave errore, per l'Italia, tornare indietro».

Franco Foresta Martin
30 novembre 2008

mercoledì 26 novembre 2008

Can you say NO to that????

http://www.youtube.com/watch?v=8hp4mkTlMsA

martedì 25 novembre 2008

tra caporale e rifkin...

"...Avete il Sole! Siete una penisola, avete il vento tutto il tempo, avete il
mare che vi circonda, avete ricche zone geotermiche in Toscana, biomasse da
Bolzano in su nel nord Italia, avete la neve, per l'idroelettrico, dalle
Alpi. Voi avete molta più energia di quella che vi serve, in energie
rinnovabili! Non la state usandoŠio non capisco. L'Italia potrebbe. Credo
che, umilmente, quel che posso dire al governo italiano è: a che gioco
volete giocare? Se il vostro piano è restare nelle vecchie energie,
l'Italia non sarà competitiva e non potrà godere dell'effetto
moltiplicatore sull'economia della terza rivoluzione industriale per
muoversi nella nuova rivoluzione economica e si troverà a correre dietro a
molti altri Paesi col passare del XXI secolo. Se invece l'Italia deciderà
che è il momento di iniziare a muoversi verso la terza rivoluzione
industriale, le opportunità per l'Italia e i suoi abitanti saranno enormi...."


tra caporale, caramanico, la morgia, costantini, ecc.. e RIFKIN....questo il dilemma!!!

martedì 18 novembre 2008

tra obama e kennedy, totò e peppino, uomini e caporali, Tra la Frentania e il West....PER UN ABRUZZO SENZA CAPORALI!!!

Barack Obama is the candidate of change. How do I know? Because he says so, right? Who would question anything that Barack says. While viewing a recent Obama speech, I saw “CHANGE” in large letters on the front of the podium as well as in three places positioned like the points of the fleur de lys on a screen behind him, presumably symbolic of the heir apparent to the presidency … simply waiting for the coronation.
Obama says he is going to make the United States energy independent by pursuing wind and solar energy. How is he going to do this and bring about change while hanging his star on the likes of Ted Kennedy who is the epitome of back room politics, special interests and, probably worst of all, unbridled self interest.
Ted Kennedy has been the one person who has blocked the development of a wind farm in Nantucket Sound … so he won’t have to view it from his Cape Cod home, reiterating that well worn environmentalist cliche, to preserve a pristine area in our country. If I hear one more politician, including John McCain use that phrase, I’m going to puke. Ted Kennedy wasn’t concerned about anything pristine or environmental or even sanitary when he order his boat crew to pump out the bilge of his sailboat in Nantucket Sound … just one more fat, fat cat politician who will do whatever he can get away with such as running his car into the marshes and destroying natural habitat, not to mention killing people.Unfortunately, even brain surgery can’t apparently provide Senator Kennedy the epiphany that quite possibly function is beauty. What can be more pristine or beautiful than a wind farm, preferrably the first of many in the Cape Cod area, which can make this country less dependent on fossil fuels and foreign oil.Wind will power our futureEnergy experts are predicting that as much as 20% of the U.S. energy requirements can be met by wind power by 2030. Because of powerful individuals like Senator Kennedy I was careful to use the word, “can”, in the previous sentence.Upon reviewing a wind resource map of the contiguous United States, it becomes very apparent that there are only three primary areas in the eastern United States that are most suitable for the most cost effective, efficient and reliable energy production. They include a very narrow stip of mountain ridges in New Hampshire and Maine, A very short strip of mountain ridges in the extreme western part of Northe Carolina in the Great Smoky Mountains … and the Cape Cod area. Of these, the Cape Cod area has the most reliable sustained winds with the greatest average wind speeds.



Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo regionale dei VERDI:
“Ho scritto all’Assessore regionale all’Ambiente, Franco Caramanico, affinché intervenga per evitare che l’Abruzzo sia devastato da un impianto di 26 pale, alte 90 metri, visibili a 40-50 km di distanza, sul crinale di Serralunga (L’Aquila) dove saranno realizzati scassi, strade, elettrodotti, cabine di trasformazione. Si tratta di un’area di eccezionale valore paesaggistico ed ambientale, riconosciuta da specifici ed accurati studi scientifici condotti soprattutto dal Corpo Forestale dello Stato e finanziati dall’Unione Europea. Il tutto in pieno habitat dell’orso marsicano, la cui tutela è richiesta e finanziata dall’Unione
Europea. Rischiamo una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea con nuove tasse a danno degli abruzzesi. Si sta quindi per distruggere una delle zone più integre e di maggior valore ambientale di tutta Italia. Purtroppo il Comitato VIA regionale, ha autorizzato la realizzazione dell’impianto, ignorando tra l’altro i
pareri negativi del Parco Nazionale d’Abruzzo (PNALM), del Ministero dell’Ambiente, della Direzione del Corpo Forestale dello Stato. Ho rivolto dunque all’Assessore Caramanico un appello affinché rivaluti e prenda in considerazione il
Protocollo d’Intesa per la redazione del PATOM “Piano d’Azione Tutela Orso Marsicano”, sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente, dalle Università, dalle Province interessate, dalle Regioni interessate di cui l’Abruzzo è CAPOFILA in quanto è più interessato alla tutela dell’orso marsicano. I Verdi non sono contrari all'eolico, (EHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!)tuttavia, visto l'evidente e non mitigabile impatto che le centrali
eoliche che si vanno realizzando (ben diverso è il caso del mini-eolico) esercita su paesaggio, ambiente e fauna, è indispensabile ed urgente che la Regione Abruzzo approvi una MORATORIA alla realizzazione delle centrali eoliche.
E' necessario un Piano Energetico Regionale che individui le aree in cui si può realizzare l'eolico, oppure le aree da cui escluderlo (Siti di Interesse Comunitario, Parchi, Riserve, Siti Archeologici…), oppure fissi dei criteri così da salvaguardare le aree di rilevante interesse ambientale e paesistico”.
L’Aquila, 13 novembre 2006



QUESTO
è il luogocomunismo già (per fortuna ) al potere in abruzzo. Nello stesso periodo gli passava sotto il naso l'approvazione del centro oli da parte del LORO comitato VIA. questo "signore" è di nuovo candidato ...il suo slogan? "per un abruzzo senza centro oli" .....
non sarebbe meglio un ABRUZZO SENZA CAPORALI??????????? Non sta L'Italia sta già facendo a meno più che degnamente di Alfonso "sciagura" Pecoraio Scarso, a capo di cotanti "ambientalisti"??? Degna "compagna" di cotanto genio e per giunta concittadina è la lettrice del TG3 antiidroelettrica....nei prossimi giorni aprirò un gruppo su facebook contro la rielezione di questi soggetti, vi invito ad aderire: fatemi sentire per una volta orgoglioso di essere abruzzese...

venerdì 14 novembre 2008

GAME OVER..QUANDO LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO


Ormai il dibattito sulle elezioni regionali è entrato nel vivo. E giunge la lettera del mite Chiodi a fare definitiva chiarezza sul suo No al Centro Petrolio. il popolo liberale abruzzese può stare tranquillo, avremo un grande presidente, un esempio di moderazione e saggezza, non un burattino nelle mani sconce del mangiafuoco di Arcore, come vogliono farci credere i soliti demagoghi, cultori indomiti di una cultura politica aberrante e trapassata come quella comunista. Saremo pur provincia dell Impero, ma gli abruzzesi sono sempre stati sottovalutati da questi radical-chic e puntualmente ogni volta che la sinistra ha sgovernato abbiamo fatto il nostro bel passo indietro. Chiedere a questi parassiti di provare vergogna sarebbe il minimo, ma siamo certi che nella loro superficialità, in quelche angolo del loro cervelletto ci sarà pure un barlume di incertezza sulla loro effettiva capacità di guidare la nostra regione. Come si fa a parlare di “rinnovamento della politica” di “persone con le mani pulite” se poi si candidano gente come Paolini, che delle due l’una : o c’era e ha condiviso o non c’era ed è colpevole di non avere vigilato. Come si fa a parlare di rinnovamento se poi si candida il luogotenente Del Turco , tale Pisegna Orlando da Collelongo. Forse perché le colpe dei cavalieri non ricadono sugli scudieri? Questa sera m’è toccato sentire l’ennesima castroneria di una miracolata della politaca, tale Diana Peschi (IDV lista chieti, sindaco di Civitaluparella) parlare di “assalto selvaggio delle multinazionali dell’energia da fonti rinnovabili al nostro territorio”. Non una parola sul Centro Oli. Poi, guarda caso, questa strenua combattente contro i mulini a vento, a cui il suo territorio è molto caro e non lo vuole deturpato da queste brutte (a vedersi ) macchine è lo stesso soggetto che quando governa ottiene tali “lusinghieri” risultati. Leggete di seguito:

“secondo l’indagine di Legambiente e Dipartimento di Protezione Civile “nel 2007 il numero dei roghi è quasi raddoppiato rispetto al 2006. Migliorata l’attenzione dei Comuni più colpiti dalle fiamme con uno su due che realizza il catasto delle aree percorse dal fuoco. Lo studio di Ecosistema incendi 2008 ha evidenziato inoltre che in base allo stato di attuazione della legge 353/2000 è scarsa l’informazione alla popolazione e la prevenzione. Si annovera a livello nazionale una situazione che vede 15 Comuni meritare la bandiera “Bosco sicuro”; “a fronte dei 15 comuni suindicati il rapporto evidenzia anche i Comuni “bocciati” quelli cioè che, pur subendo gravemente il fenomeno degli incendi, non ha messo in pratica nessuna strategia di lotta. A livello nazionale i tre comuni più inadempienti sono risultati Civitaluparella in provincia di Chieti, Fagnano Castello in provincia di Cosenza e Ingoia in provincia di Torino”.

Non c’è limite al cialtronismo di certa gente. Costantini ce li spaccia come “società civile” …Veramente qualcuno può credere che gli abruzzesi abbiano bisogno di gente di questo tipo per governarli?
Un altro motivo per stare con Gianni Chiodi……

martedì 11 novembre 2008

"io guardo le persone e non ci trovo niente di attraente..."

"io guardo le persone e non ci trovo niente di attraente..."

giovedì 6 novembre 2008

MENO MALE CHE C'E' CLAUDIO...

fusse che fusse la vorta bbona!!!!


ASSOCIAZIONE NAZIONALE ENERGIA DEL VENTO
EOLICA MEDITERRANEAN EXPO 2008
“AZIONI DI SOSTEGNO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DELLE FONTI RINNOVABILI”
(Roma, 1° ottobre 2008)

MESSAGGIO DEL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
ON. CLAUDIO SCAJOLA

Grazie dottor Togni.
Signore e signori, amici imprenditori,
sono lieto di partecipare oggi a questo convegno, che offre una preziosa opportunità di riflessione sulle prospettive del settore energetico nazionale e sul ruolo essenziale che le fonti rinnovabili possono svolgere per uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale ed economico. Le sfide del cambiamento climatico globale, l’impetuosa crescita della domanda di materie prime energetiche, la volatilità delle quotazioni del greggio, i cui recenti picchi hanno messo a dura prova le nostre economie, hanno imposto ovunque un ripensamento delle tradizionali Strategie ed il loro adeguamento alle mutate esigenze.
Questa necessità assume per l’Italia carattere di particolare urgenza. L’incoerente politica energetica del passato, costellata di mancate decisioni e clamorosi errori, ha lasciato una pesante eredità. Dipendiamo dall’estero per ben l’85% del nostro fabbisogno (il 35% in più della media europea), le importazioni energetiche pesano per 60 miliardi di euro sulla bilancia commerciale e la nostra bolletta elettrica è più cara del 30% rispetto ai principali Paesi europei. Le previsioni di qualificati istituti indicano che, in assenza di correttivi, la situazione è destinata a diventare ancora più critica: se la maggior parte del crescente fabbisogno nazionale continuerà ad essere soddisfatta, come accade oggi, dai combustibili fossili, nel 2020 la nostra dipendenza dall’estero supererà il 90%. Le cause di questa preoccupante situazione sono molteplici. Il Paese ha puntato su un numero troppo ristretto di fonti di energia, per giunta concentrate largamente in aree geografiche ad elevato rischio di instabilità. Con il referendum del 1987, abbiamo rinunciato al nucleare, l’unica fonte in grado di assicurare energia su vasta scala, a costi competitivi e senza emissioni di gas ad effetto serra. rispetto ai più diretti concorrenti europei, l’Italia risulta, inoltre, penalizzata da arretratezze infrastrutturali, insufficienti investimenti in ricerca, squilibri nel mix energetico. Il nostro mix elettrico è costituito da un uso eccessivo di gas e petrolio (oltre il 60%), un modesto impiego di carbone (circa il 14%) e un apporto delle fonti rinnovabili ancora insufficiente: nel 2007, nonostante la crescita in termini di potenza installata, la produzione è, infatti, rimasta tendenzialmente stabile, attestandosi su un livello di 50 teraWatt/ora annui. La produzione rinnovabile stenta, quindi, a decollare ed anzi nell’ultimo anno l’apporto di queste fonti alla produzione totale è addirittura calato. Gli incrementi di produzione forniti da geotermico, eolico, solare e biomasse non hanno, infatti, compensato la forte contrazione della produzione idroelettrica (-11,3%) con la conseguenza che nel 2007 il rapporto tra produzione da fonti rinnovabili e produzione totale è sceso al 15,7%, registrando il minimo storico degli ultimi 15 anni! Si consolida così il divario rispetto a molti Paesi del Nord Europa. Si è giunti al paradosso che Germania e Olanda producono molta più energia fotovoltaica di quanta ne produce il nostro Paese, che pure può contare su più favorevoli condizioni climatiche. Anche la produzione di energia eolica ci vede in ritardo: l’Italia, con i suoi circa 2.700 MegaWatt, si colloca ben lontana da Germania (22.200 MW), Stati Uniti (16.800 MW), Spagna (15.100 MW), India (8.000 MW), Cina (6.000 MW) e Danimarca (3.100 MW). Ancora meno confortante è il paragone con gli altri Paesi se si considera la quota di domanda elettrica coperta dall’eolico: nel 2007 l’Italia ha registrato un modesto 1,7%, a fronte del 21% della Danimarca, del 12% della Spagna, del 9% del Portogallo e del 7% della Germania. Intendiamo porre fine a questa inaccettabile situazione e, a questo scopo, abbiamo messo a punto un articolato pacchetto di misure, con la prospettiva di innalzare la quota di produzione elettrica da fonti rinnovabili dall’attuale 16-17% fino al 25%, in linea con gli obiettivi fissati a livello europeo. Il riequilibrio del mix di generazione elettrica sarà completato dal 50% di combustibili fossili e dal 25% di nucleare, senza il cui apporto nessuna strategia di riduzione della dipendenza dall’estero e della vulnerabilità del nostro sistema energetico può ritenersi credibile.
***
Cari amici,
l’obiettivo di incrementare la quota di generazione da fonti rinnovabili deve essere perseguito selezionando con la massima cura i progetti incentivabili, concentrando le risorse sulle iniziative migliori, in grado di assicurare produzioni maggiori e costanti nel tempo. Solo attraverso una attenta analisi dell’effettivo potenziale di ogni fonte è possibile evitare il rischio che vengano finanziate iniziative puramente speculative e prive di prospettive concrete. Proprio nel settore eolico, al quale è dedicata questa manifestazione, non sempre gli ingenti investimenti effettuati hanno assicurato i risultati attesi. Non possiamo più permetterci questo lusso. Al contrario, dobbiamo puntare a valorizzare a pieno le rilevanti potenzialità che l’eolico ancora presenta nel nostro Paese. Secondo le stime effettuate dal Ministero dello sviluppo economico e dall’ENEA, vi sono ancora 12.000 MW di potenza da installare, con una produzione potenziale di 23 TeraWatt/ora.
E le stime potrebbero essere ancora più elevate, proprio come indicato nello studio presentato da ANEV, se si considerano le prospettive di sviluppo degli impianti offshore, soprattutto nel Mezzogiorno. Sfruttare queste risorse vuol dire disporre di maggiore energia, ridurre le importazioni e le emissioni di gas serra. Ma la valorizzazione del settore eolico può avere positivi effetti anche sul piano occupazionale. Si calcola che, grazie alla realizzazione dei campi eolici si siano creati 35.000 nuovi posti di lavoro in Spagna, 80.000 in Germania, 22.000 in Danimarca, mentre in Italia, tra occupazione diretta e indiretta i lavoratori impiegati sarebbero già alcune migliaia.
***
Caro Presidente,
l’azione del Governo a sostegno del settore eolico e delle altre fonti rinnovabili si concentra principalmente su tre linee di intervento: adeguamento delle normative, semplificazione, innovazione. Stiamo procedendo alla definizione di un nuovo quadro normativo, certo e condiviso. Abbiamo già predisposto e presentato agli operatori una prima bozza di decreto di riassetto degli incentivi, che contiamo di perfezionare nelle prossime settimane. È necessario anche un maggiore coordinamento delle diverse norme che si sono susseguite in questi ultimi anni, la cui frammentarietà è spesso fonte di confusione e disorientamento. Il nostro auspicio è di poter giungere all’adozione di un Testo unico, che potrà essere predisposto solo dopo che la normativa nazionale e comunitaria si sarà stabilizzata, anche per effetto del recepimento del pacchetto europeo su clima e energia. Per attuare questi interventi di razionalizzazione normativa, contiamo sul Vostro contribuito di riflessione e proposta, che potranno trovare nell’Osservatorio nazionale delle fonti rinnovabili la sede più appropriata di approfondimento.
***
Cari imprenditori,
l’eccesso di burocrazia, la lentezza e la macchinosità delle procedure di autorizzazione e di collegamento degli impianti alla rete elettrica si traducono sostanzialmente in maggiori costi che, a loro volta, si riflettono anche sugli incentivi: tanto maggiori sono le complicazioni burocratiche, tanto minore è la “bancabilità” dei progetti e tanto più elevato è il livello di incentivazione necessario. Intendiamo porre fine a questo circolo vizioso, avviando un deciso intervento di semplificazione delle procedure, da definire d’intesa con le Regioni. A questo scopo, le attese linee guida per il procedimento di autorizzazione degli impianti, previste dal decreto legislativo n. 387 del 2003, potrebbero fornire un utile contributo di chiarimento. Ma stiamo pensando anche a soluzioni alternative e, nella stessa prospettiva di semplificazione e armonizzazione delle procedure, abbiamo presentato alla Camera un emendamento che favorisce un maggiore coordinamento tra Stato, Regioni ed enti locali nella definizione del regime autorizzativo degli impianti. Con analoghe misure di semplificazione, stiamo creando le condizioni per una decisa accelerazione degli investimenti nelle reti di interconnessione elettrica, che consentiranno di assorbire la produzione “intermittente” degli impianti eolici senza causare problemi di continuità nella fornitura.
***
Gli interventi normativi non sono però, da soli, sufficienti a garantire lo sviluppo dell’eolico: occorre anche che l’Italia acquisisca le necessarie competenze tecnologiche, dotandosi di una filiera industriale in grado di sostenere la crescita del settore. I nostri strumenti per incentivare l’innovazione tecnologica ed il programma europeo per le fonti rinnovabili, già si muovono in questa direzione. Il piano nazionale di promozione di progetti innovativi consentirà di riacquistare margini di competitività sul piano tecnologico nel settore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, riducendo la posizione di “dipendenza tecnologica” che attualmente penalizza le nostre imprese. Inoltre, il Piano interregionale sulle energie rinnovabili mette a disposizione risorse per oltre 2 miliardi di euro fino al 2015, destinate alle regioni del Mezzogiorno, particolarmente ricche di fonti primarie rinnovabili. Nell’erogazione di queste risorse applicheremo criteri rigorosi, in grado di selezionare i progetti con le migliori prospettive di sviluppo. Dobbiamo puntare su livelli di eccellenza, su iniziative che siano sostenibili sul piano finanziario, compatibili con l’ambiente e tecnologicamente all’avanguardia. Solo così potremo recuperare i ritardi accumulati nel passato, sostenere le fonti rinnovabili, valorizzare l’enorme potenziale dell’eolico e contribuire in modo concreto al riequilibrio del nostro mix energetico, con vantaggi significativi per le imprese, le famiglie e la competitività dell’intero Paese.

CONSENSO SPAZZATURA...NO VOTO! L'ULTIMA FRONTIERA DEGL'UOMINI LIBERI ....

NON LASCIAMOCI PRENDERE PER I FONDELLI! debbono solo andare a lavorare, capire una volta per tutte "quanto sa di sale lo pane altrui" e "come duro calle lo scender e salir l'altrui scale", citando il padre della lingua italiana...
andranno lì a prendersi le loro comode indennità, piazzeranno incapacissimi amici in comitati, commissioni e consigli d'amministrazione, grideranno che è tutta colpa di Del Turco ma intanto candidano pisegna...roba da ridere, se non ci fosse da piangere lacrime grosse come un iceberg.

velo pietoso su un senatore della repubblica che non sà raccogliere le firme. Ma dove li trovano questi soggetti? e ha fatto pure il sindaco a Celano...
e così avremo di nuovo Acerbo, Caramanico, La Morgia, Caporale...


NO FANNULLONI=NO VOTO=NO CENTRO OLI.

martedì 28 ottobre 2008

per le rime...In risposta al Poeta Bondi.

mi sono dilettato in versi contro questo aborto vivente. Capisco quasi l'utilità di molte cose fastidiose, dai moscerini a Maria de Filippi, ma Bondi, B-O-N-D-I !!!! quello proprio no...
così, all'insigne poeta mi andrebbe di rispondere così:

«Donde sorse quest'uomo,
specialista in leccata?
dal Silvio partorito
mediante una cacata?.»

il motivo? leggete qui...

Nuovo stop al progetto di parco eolico off-shore proposto dalla società Effeventi nell'Adriatico, al largo della costa molisana.Dopo il parere positivo espresso lo scorso giugno dalla commissione VIA-VAS, l’iniziativa si è infatti scontrata con l’opposizione del ministero per i Beni Culturali, che a differenza del ministero dell’Ambiente, è contrario all’eolico al largo delle coste molisane.Lo ha confermato alla stampa locale la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici del Molise, la cui istruttoria è servita da base al dicastero guidato da Sandro Bondi per esprimere il diniego, che è stato fondato sul decreto ministeriale 2 febbraio 1970 di “vincolo ambientale della fascia costiera”.Si profila a questo punto uno scontro tra il Ministero dei Beni Culturali e il Ministero dell’Ambiente (favorevole al progetto) , che devono entrambi firmare il decreto di autorizzazione del progetto di Effeventi.Se i Beni culturali non dovessero cambiare idea, la società milanese dovrà probabilmente spostare l’impianto a una distanza maggiore dalla costa.
Ricordiamo che il progetto prevede l'installazione di 54 aerogeneratori da 3 MW ciascuno (potenza totale 162 MW) ad una distanza minima di 4,5 km al largo di Termoli.Il parere negativo dei Beni Culturali è stato salutato con soddisfazione dal presidente della Provincia di Campobasso, Nicola D’Ascanio, che, assieme alla Regione Molise e agli enti locali interessati, si oppone da tempo al progetto di Effeventi.


bondi coglione cosmico e pericoloso. accetterei volentieri una denuncia da questo cilatrone per smerdarlo...

domenica 19 ottobre 2008

cialtronismo e ambientalismo all'abruzzese...

guardate la "singolare" sequenza temporale dei due articoli pubblicati in questi mie due ultimi posts. Cosa ne potete evincere ? che certe "associazioni" ambientaliste erano impegnate a combattere gli impianti a fonte rinnovabile nello stesso momento in cui il buon piccinino annunciava "urbi et orbi" l'approvazione del Centro oli. Oggi, gli stessi personaggi sbagliati hanno sposato la causa giusta, per opportunismo? a pensar male si fà peccato... Verrebbe da dire "ben arrivati"! poi si permettono anche il lusso di essere intervistati dalle televisioni come gli unici depositari della protesta...
la cosa più vergognosa è la presenza vicino casa mia della faccia da ...di un consigliere appartenente alla maggioranza di DEL TURCO, che senza vergogna o tema di impunità sceglie come slogan "per un Abruzzo senza centro oli". Forse sarebbe meglio un abruzzo senza caporali ma con più uomini, che ne dite?
E' venuto il momento di chiedere a Gianni Chiodi , sicuro prossimo presidente della regione, oltre ad un impegno concreto,inequivocabile e chiaro contro il centro veleni anche che cosa ne pensa della colossale truffa dei finanziamenti alle riserve regionali gestite da "certe" associazioni e della presenza di certi soggetti all'interno del comitato VIA obiettivamente del tutto dequalificati per il ruolo che ricoprono ma imposti sotto la spinta demagogica che deriva dal potere di "confusione" e "ricatto" demagogico in possesso di queste "associazioni".
Sogno un ambientalismo in mano agli scenziati e non nelle mani dei cialtroni parassiti carrieristi, Sogno un comitato VIA in cui ci siano luminari dei vari settori e non veterinari di paese autopraclamantisi "esperte di uccelli" ( và a capire quali,poi...), sogno un comitato VIA dove ci siano professori di geologia e non, per esempio il geologo amico di chi lo nomina...
sogno un comitato via che blocchi il centro oli e non gli impianti a fonte rinnovabile. Sogno un comitato via in cui un architetto (di cui non sono note le credenziali accademiche) , con tutto il rispetto, non abbia in mano il potere di vita o di morte sul futuro di questa regione. Sogno troppo, lo sò. Anche se non c'è più del turco e ci sarà Chiodi....
l'unica speranza è riposta nei tanti bravissimi abruzzesi che ho conosciuto in questi mesi e che combattono questa battaglia senza secondi fini e senza paura, a loro voglio dire che, nei limiti delle mie possibilità, sarò sempre dalla loro parte...



ABRUZZO. Il Comitato regionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale ha bocciato il progetto del parco eolico proposto dalla Marsica Vento sulla cresta della Serralunga nei Comuni di Civita D'Antino e Collelongo.
BOCCIATO ANCHE PROGETTO DI CAPTAZIONE ACQUA DAL FIUME SANGRO «Siamo molto soddisfatti», ha dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Abruzzo, «e speriamo che questa decisione metta la parola fine a questa vicenda che si trascina da anni, nonostante sia stato dimostrato in tutti i modi che l'intervento proposto è dannoso per habitat prioritari e per una specie a rischio di estinzione come l'Orso».Su questo intervento, infatti, Il wwf si è sempre battuto, insieme al Comitato di cittadini, ma anche del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Corpo Forestale dello Stato, dei più importanti organismi di ricerca, nonché della stampa nazionale. La presenza nell'area dell'Orso è stata provata dal Corpo Forestale dello Stato, dall'Università La Sapienza di Roma e dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise: tutti i maggiori ricercatori sostengono che l'area di Serralunga costituisce un corridoio ecologico per l'Orso, tanto che nelle linee di indirizzo del PATOM – lo strumento di gestione dell'Orso, in fase di predisposizione, di cui la Regione Abruzzo dovrebbe essere parte determinante – viene chiaramente escluso ogni intervento impattante e pregiudizievole alla conservazione della specie in quest'area.BOCCIATO ANCHE PROGETTO DI CAPTAZIONE ACQUA DAL FIUME SANGRO Ieri il Comitato regionale Via ha bocciato anche i due impianti idroelettrici progettati sul Fiume Sangro nei comuni di Fallo e Borrello.Il Wwf, che è stato ascoltato dal Comitato, ha fatto osservare come i due interventi non possono essere autorizzati perché la Regione Abruzzo ha recentemente approvato una moratoria sui nuovi impianti di produzione elettrica in attesa di uno studio sulle risorse disponibili complessive di competenza della Giunta regionale.Inoltre, il Wwf ha evidenziato come i due progetti ricadono in un'area in cui è stata accertata, sia dall'Università di Isernia, sia dal Corpo Forestale dello Stato, la presenza della Lontra, una tra le specie più a rischio dell'intera fauna italiana. Il fiume Sangro rappresenta la porzione più settentrionale dell'area della lontra sul versante adriatico: «la scoperta», ha ribadito il presidente dell'associazione ambientalista Dante Caserta «è importantissima per la conservazione della specie in Italia».Il Comitato ha anche dato parere contrario al progetto presentato dal Consorzio di Bonifica Centro per l'utilizzazione a scopi irrigui del Torrente Arielli nei Comuni di Crecchio, Ortona e Tollo.L'intervento comporterebbe l'utilizzazione di quasi tutta la portata del torrente con perdita della residua capacità di autodepurazione del corso d'acqua che, secondo i monitoraggi condotto dalla Regione Abruzzo, presenta un grado di inquinamento di terzo livello (categoria "ambiente inquinato").Il Wwf aveva segnalato altre opere che sarebbero «necessarie» per gestire correttamente questo torrente: migliore efficienza per le attività di irrigazione, allargamento delle fasce arboree ripariali (per fare da filtro agli inquinanti che derivano dall'agricoltura), realizzazione di piccole aree umide importanti sia per l'irrigazione che per la fitodepurazione.


(primadanoi.it 28/07/2007 10.43)

onore alle donne e agli uomini veramente LIBERI del CNV.

martedì 14 ottobre 2008

PICCININO!!!!!! ah ..che te possino...dicci un pò: si stà comodi a scrivere in ginocchio?

l'autore di questo "memorabile" pezzo è lo stesso che si faceva dettare gli articoli dal "conte di cavour"...quando si dice "stampa libera"!!!

Eni, via libera al centro petroli di Ortona
Investimento di 100 milioni di euro per produrre 7 mila barili al giorno
di Maurizio PiccininoORTONA. Cento milioni di euro di investimento; trecento posti di lavoro, la produzione di circa 7 mila barili di petrolio al giorno. Sono le cifre del progetto concordato tra l'Eni e i sindacati di settore. L'incontro si è tenuto martedì e l'azienda di Stato, dopo mesi di valutazioni e studi, ha dato il via libera alla produzione di idrocarburi e lo sfruttamento del pozzo petrolifero di contrada Feudo di Ortona. L'impianto che verrà realizzato sarà un centro oli che prevede l'estrazione e l'immissione del greggio in una conduttura che attraverserà l'area collinare a nord di Ortona, fino a contrada San Pietro dove gli idrocarburi saranno riversati nelle mega cisterne dell'Agip petroli.Da lì un oleodotto già esistente assicurerà il passaggio fino al molo nord del porto di Ortona dove attraccano le navi cisterna che fanno la spola con le raffinerie del centro sud. Per evitare un impatto ambientale, l'impianto prevede che la conduttura Feudo-San Pietro sarà interrata di 3 metri e chiusa all'interno di una struttura di cemento armato. «La sensazione che abbiamo è positiva», conferma Donato Primante responsabile della Femca Cisl, «l'Eni è convinta che il centro oli deve essere realizzato. L'azienda ha preso contatti con l'amministrazione comunale. Nel passato l'Eni aveva discusso sulla reale necessità di realizzare un nuovo impianto di produzione, adesso questi dubbi sono stati superati.E' stata indicata anche una cifra, 100 milioni di euro per realizzare l'impianto. Una struttura che permetterà il raddoppio della produzione regionale, per arrivare a circa 15 mila barili al giorno. Anche la parte occupazionale promette bene. Per la realizzazione dell'impianto saranno coinvolte circa 300 persone, poi le assunzioni oscilleranno tra le 70 e le 100 unità. L'Eni ha anche dato garanzie di sicurezza e tutela ambientale». All'incontro con l'Eni hanno partecipato: Donatino Primante(Femca-Cisl); Lamberto Vespasiano(Filcea-Cgil);Dragani Alessandro, «Uilcem-Uil).

(da "Il Centro 05 luglio 2007)

venerdì 10 ottobre 2008

Non tutto il petrolio vien per nuocere ...( vi assicuro non sono impazzito..)

Oggi vi racconto una storia. Che in parte s’intreccia con la mia. Spero di non annoiarvi. 10 anni fa ho iniziato questo lavoro su alcuni impianti idroelettrici. Successivamente fui sposato sul settore eolico, non mi affascinava, non ci capivo niente e sostanzialmente non me ne fregava un cavolo. Anche il mondo dell’energia, dovete sapere, ha le sue gerarchie. Lavorare ad un impianto idroelettrico, o meglio concepirlo, è sempre da considerasi come giocare in serie A, diciamo, perché ci si sente l’elite sopraffina, bisogna avere competenze idrauliche, ambientali, meccaniche, geotecniche e anche sulla generazione elettrica molto spinte, bisogna avere una vasta preparazione e una gran capacità di sintesi di tutti gli aspetti, abbiamo a che fare con opere assolutamente prototipiche, non c’è nulla che possa essere fatto in serie, non è permesso sbagliare i dati in ingresso come portata, salto, il concept idraulico e meccanico della macchina, gli organi di intercettazione, le valvole, le paratoie i canali di adduzzione e rilascio….insomma un lavoro complesso, per pochi pazzi scontrosi che riescono a isolarsi a tratti dal mondo e a disegnare le loro follie. Per me che da quel mondo venivo, essere retrocesso a resposnsabile per le campagne anemologiche era come passare dal Milan alla Ternana. Mi viene affiancato un giovane ingegnere neolaureato, meccanico, uno che era un portento con la logistica, a capo della squadra montatori, un inguaribile sognatore. Mi parlava sempre di inventare un sistema per posare le WTG in mare, anche sui fondali profondissimi dei mari italiani: “se ci sono le piattaforme petrolifere…”. La mia consueta risposta era “ per adesso speriamo di metterli sulla terraferma, gerardo,… Dopo circa un anno una mattina mi dissero che Gerardo se n’era andato senza neanche preavvisare. Mollato lavoro, amici, azienda in un batter d’occhio. Da allora non l’avevo rivisto né sentito. Il 3 ottobre ero in fiera a Roma, e passo distratto davanti all’ennesimo stand, mi sento chiamare, è gerardo. Dopo i soliti convenevoli scopro di che cosa si è occupato fino ad oggi. E mi racconta del sogno, diventato realtà, con l'aiuto di Martin, un'altro comune amico tedesco, del progetto BLU H (pron. Blueage). Ecco di che cosa si tratta, e scoprite voi stessi cosa cavolo centra il petrolio con gerardo, le coste abruzzesi, il centro oli, ortona, ecc. .. d’altra parte non fu forse Nobel, l’inventore della dinamite, a dar vita all’omonimo premio mondiale per la pace nel mondo?

http://www.bluehgroup.com/

lunedì 29 settembre 2008

Non può finire così..

sono schifato di quanto sta accadendo in abruzzo rispetto alla triste vicenda del Centro Oli. Altro rinvio, un aspirina quando invece ci vorrebbe una definitiva chemioterapia, manca a questi vermi smidollati dei nostri politici la forza di dire basta una volta per tutte!!! per loro è importante unicamente la loro paga mensile, i benefits, la posizione, l'arroganza che deriva dal potere, evitare il carcere, sopravvivere alla tempesta per poi reimbarcarsi di nuovo a novembre e continuare a perorare gli interessi dei vertici della locale confindistria e fottere il popolino minuto. Hanno fatto a gara a mandare, probabilmente non solo sul mio telefonino, i loro stupidi messaggini trionfalistici, per poi scoprire che si tratta di un semplice rinvio. Sia chiaro: Il mio è soltanto uno sfogo, essendo io l'unico incapace a tenere la giusta pazienza e costanza per combattere una così dura battaglia. Maria Rita e gli altri invece reggono benissimo alla pressione, è impressionante la loro tenacia, la loro costanza, la chiarezza dei loro messaggi. Mi sono consolato andandomene in Albania a e alla fine ho pensato di essere fortunato: visto che sono sempre in giro un posto vale l'altro, per tornare, e allora affanculo Abruzzo, politici abruzzesi e petrolieri della malora. Dio vi perdonerà, forse: io invece non ne ho alcuna voglia!!

giovedì 28 agosto 2008

FORZA VENTO! Dopo Pecoraro ci voleva....

Il ministro allo sviluppo economico pare proprio essere un accanito sostenitore delle rinnovabili. Dopo il fotovoltaico, Claudio Scajola si è fatto installare nella propria casa di Imperia anche una pala eolica di piccola taglia prodotta in Giappone. “L'occasione giusta per aggiungere l'energia eolica alla vocazione ambientalista - ha detto Scajola - è stata quella della riunione dei ministri dell'Energia del G8, che si è tenuto nell'ultima settimana di giugno ad Aomori, nel Giappone del Nord”.Le aziende del Sol Levante hanno presentato in quella occasione una serie di prototipi e di ritrovati tecnologici per lo sviluppo di energie alternative, inclusa una pala eolica da montare a casa, che è stata messa a punto da un consorzio di aziende giapponesi e sarà pienamente commercializzata l’anno prossimo.L'attenzione mostrata da Scajola verso gli stand e la sorpresa degli espositori alla richiesta di informazioni non sono passate inosservate. “Mi sono affidato al fotovoltaico tre anni fa e poi ai pannelli termico-solari - dice il ministro - : cercavo qualcosa di riconducibile all'eolico e di tipo monofamiliare che ho finalmente trovato”. L'investimento economico, di circa 6 mila euro, è ammortizzabile in 7-8 anni”, aggiunge Scajola che ha fatto tappa a Tokyo per partecipare al convegno dell'Ice sulle opportunità d'investimento e d'interscambio tra Giappone e Italia.

mercoledì 27 agosto 2008

LA RIVOLTA DI GAIA E LA CREDIBILITA' DELLA CLASSE DIRIGENTE...

riporto fedelmente un brano tratto dal libro di Lovelock:

«Io sono ciò che si direbbe un “verde”, e si potrebbe pensare che mi annoveri fra costoro, ma sono soprattutto uno scenziato; per questo chiedo insistentemente a quelli che tra i verdi sono miei amici di rivedere le loro ingenue convinzioni sul fatto che lo sviluppo sostenibile, l’energia rinnovabile e i risparmi di energia siano tutto ciò che deve essere attuato. Più di ogni altra cosa, essi devono lasciar cadere la loro ostinata opposizione all’energia nucleare. Anche qualora avessero ragione sui suoi pericoli - e non ce l’hanno - il suo uso come fonte di energia certa, sicura e affidabile porrebbe un rischio insignificante rispetto al pericolo reale di ondate di calore intollerabili e letali, e di un innalzamento del livello del mare tale da minacciare ogni città costiera del mondo.
Il concetto di energia rinnovabile suona bene, ma finora è inefficiente e costoso. Ha certamente un futuro, ma ora noi non abbiamo il tempo per sperimentare fonti di energia ancora poco più che immaginarie: la civiltà è in pericolo imminente, e dobbiamo passare al nucleare ora, oppure rassegnarci alla dolorosa punizione che il nostro oltraggiato pianeta vorrà infliggerci.
Dobbiamo naturalmente seguire il buon consiglio del risparmio energetico, e dobbiamo farlo ogniqualvolta sia possibile, ma ho il sospetto che, come quando si tratta di perdere peso, ciò sia più facile a dirsi che a farsi. I risparmi di energia derivano da progetti di vasta portata, e ci voglionio decenni prima che tali progetti raggiungano la maggioranza degli utenti.
Non sto raccomandando l’energia da fissione come panacea a lungo termine per il nostro pianeta sofferente, o come risposta a tutti i nostri problemi. La vedo come la sola medicina efficace di cui disponamo ora"


va tutto bene, se non fosse per il fatto che io ai politici abruzzesi e ai loro dirigenti scagnozzi raccomandati non non affiderei neanche le chiavi della mia macchina per parcheggiarla,figuratevi una centrale nucleare. Quanti "sacchetti di mele".....?

giovedì 31 luglio 2008

QUESTI INVECE CHI LI PAGA PER RACCONTARE QUESTE ........?

EOLICO: LIPU SOSTIENE LA LEGGE DEL MOLISE IMPUGNATA DAL GOVERNO E CHIEDE PIU’ TUTELE PER LA NATURA E LA BIODIVERSITA’. “TORRI FUORI CONTROLLO, SERVE DISCIPLINA DEL SETTORE”

La legge adottata dalla Regione Molise per il settore dell’eolico va nella giusta direzione della tutela dell’ambiente e della biodiversità. Anzi sarebbe opportuno prevedere l’inserimento di forti tutele per quelle aree ad alto valore naturalistico che ancora ne sono prive”.

E’ la risposta della LIPU-BirdLife Italia al ricorso presentato dal Governo contro la legge del Molise n. 15/2008 con la quale l’ente regionale ha disciplinato gli insediamenti eolici e fotovoltaici all’interno del proprio territorio.

I limiti introdotti dalla legge regionale – spiega la LIPU – sono una risposta a uno sviluppo insostenibile, spesso alimentato dalla mancanza di regole e da eccessivi incentivi economici, formato da una miriade di progetti che avrebbero rischiato e rischierebbero di minacciare seriamente i valori paesaggistici e naturalistici del territorio regionale.

“Chiediamo al Governo – dichiara Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italia - di rivedere la decisione assunta contro al legge molisana, e più in generale di mettere a punto con urgenza una disciplina dell’eolico a livello nazionale, formata da regole certe e affiancata da una pianificazione nazionale e regionale del fabbisogno energetico. Si parla spesso della necessità di aumentare la produzione eolica, ferma a 3mila megawatt: in realtà – prosegue Celada - se si considerano gli impianti già autorizzati o in via di realizzazione, il settore si appresta a fornire nel complesso ben 10mila megawatt di energia, realizzati peraltro in gran parte escludendo le procedure di Valutazione d’impatto ambientale e senza una pianificazione territoriale ed energetica”.

Da una parte la legge approvata dal Molise fornisce buone tutele per la costa e per altre aree naturalistiche sensibili, ma dall’altra ancora esclude i siti della Rete Natura 2000 quali le Zone di protezione speciale (ZPS) e i Siti di importanza comunitaria (SIC). Spesso infatti si nota, anche a livello nazionale, come la pianificazione eolica non preveda la “valutazione di incidenza”, prevista dalle direttive comunitarie proprio per prevenire gravi danni agli habitat e alle specie che vivono all’interno o nei pressi dei siti di Rete Natura 2000.

“E’ in effetti opportuno e urgente – conclude Celada – inserire nella legge regionale anche la tutela di SIC e ZPS, così come la riduzione del numero di torri eoliche da realizzare. Infine si potrebbero ammorbidire i limiti previsti sugli impianti per l'energia solare purché previsti in aree già antropizzate”. 25 luglio 2008

Parma, 25 luglio 2008

MIRACOLO: QUALCOSA SI MUOVE....

Il Governo ha impugnato la legge regionale del Molise 15/2008 in materia di eolico e fotovoltaico. Lo avevano chiesto Legambiente, ANEV e Aper in una lettera inviata al Governo lo scorso 25 giugno, nella quale si sottolineava come il provvedimento, recentemente approvato dalla Regione, fosse in contrasto con una politica di corretto ed equilibrato sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese.
Nello specifico, la normativa ostacolava la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici in ampie zone e senza alcuna distinzione (parchi e aree preparo, ZPS e SIC, ecc…), di impianti fotovoltaici a 1,5 chilometri dalla linea di costa e di impianti eolici a 5 chilometri di distanza dalla linea di costa. Vietata la realizzazione di entrambe le tipologie di impianti a 1 chilometro da fiumi, laghi e dighe artificiali. Inoltre, per impedire la realizzazione di impianti eolici off shore, la legge faceva divieto di realizzare impianti anche per le opere connesse ricadenti sul territorio regionale. In sostanza ostacolava il collegamento dei cavi con la terra ferma, impedendone così la realizzazione. La richiesta delle tre associazioni ha fatto leva soprattutto sull’impegno dello Stato italiano a promuovere lo sviluppo delle rinnovabili per ridurre le importazioni di fonti fossili, le emissioni di gas serra e adempiere agli obiettivi fissati dall’Unione Europea in tema di innovazione energetica e lotta ai cambiamenti climatici. Obiettivi che la legge approvata dal Molise limitava sensibilmente, rischiando di causare ulteriori ritardi. Il solare fotovoltaico e l’eolico svolgono invece un ruolo centrale, vantando elevati tassi di crescita a livello mondiale che, grazie all’innovazione tecnologica avvenuta negli ultimi anni, le rendono oggi estremamente competitive. “Solo scegliendo le energie rinnovabili – hanno commentato Legambiente, ANEV e Aper – potremo contribuire a uno scenario energetico più moderno e pulito, per ridurre i consumi da fonti fossili e le emissioni di gas serra.

martedì 29 luglio 2008

aiutiamo ad aiutarci:


lunedì 14 luglio 2008

in galera il "petroliere"...questo è quello che pensavamo di lui qualche mese fa


lo hanno messo in galera.

PARE (sottolineo PARE) che avesse chiesto e ottenuto quasi sei milioni di euro da un altro gran signore delle cliniche...

io invece lo avrei condannato e arrestato per le sue scelleratezze politiche:

voleva trasformare l'abruzzo in un pantano oleoso e putrescente, pieno zeppo di idrogeno solforato. la sua giunta ha partorito l'obbrobrio delle linee guida per l'eolico che sono una barzelletta. La sua "eletta" nel listino si è battuta contro le mie centrali sul pescara e contro le concessioni idroelettriche. Mi sono sempre chiesto perchè tanta acredine, forse oggi comincio a capire. ... forse se fossi stato "generoso" mi sarei risparmiato un sacco di fastidi e sofferenze.
Peccato per loro (si fà per dire) che io abbia avuto nella vita grandi maestri di libertà e onestà.A cominciare dai miei amatassimi genitori...

venerdì 11 luglio 2008

ONORE ALLA EFFEVENTI E A LUCA WAGNER



Approvato l’impianto eolico ‘offshore’ della società milanese Effeventi al largo di Termoli .

Forse qualcosa piano, piano sta cambiando.....

giovedì 10 luglio 2008

Broadstar Wind Systems‏

bisogna stare sempre un passo un pò più avanti degl'altri. Senza perdere di vista la realtà. per questo "rompo le balle " un pò a tutti quelli dell'"ambiente" per cercare di saperne sempre una più degl'altri. Non avevano ancora presentato il prototipo eppure già rompevo le balle a Brian da qualche tempo. Alla fine....


Dear G. , Thanks very much for your inquiry into our new AeroCam turbine. The product has already met with considerable interest worldwide since its introduction June 1st. We are currently finalizing performance, production and pricing specifications for the smallest version (between 10 and 20 kWh), with the 100 kWh, 250 kWh and 500 kWh models expected to follow in mid-2009.

Broadstar Wind Systems has pilot programs to be installed in the fourth quarter of 2008. We will begin to market the Aerocam 1 April 2009.

I encourage you to keep an eye on our website (
www.broadstarwindsystems.com) for updates.

If you have any further question please do not hesitate to call our offices.

Thanks again for your interest and best regards.


sono impaziente. Forse il nostro modo di lavorare cambierà totalmente....

venerdì 20 giugno 2008

IL MINIIDROELETTRICO PUO' ANCORA CRESCERE

In Toscana l´energia idraulica (61077 tep, dato 2004), dal 1995 al 2004 ha avuto una variazione positiva dell´1%
E´ certo che il petrolio a prezzi stratosferici contribuisce a spostare l´attenzione alle altre fonti energetiche, come l´atomo (purtroppo) e alle rinnovabili, sia a quelle meno sfruttate, sia a quelle tradizionali, come l´acqua. Il settore idroelettrico a livello nazionale, pur rimanendo il principale settore di produzione di energia tra le fonti rinnovabili, ha vissuto dal 2000 una forte flessione. Nonostante questo dato, ancora nel 2004 l´energia idraulica rappresentava oltre il 75% della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In Toscana l´energia idraulica (61077 tep, dato 2004), dal 1995 al 2004 ha avuto una variazione positiva dell´1%. Su un dato concordano quasi tutti gli addetti ai lavori: non è più tempo di costruire grandi dighe, per l´impatto che hanno sull´ambiente e per i risvolti sociali. Quindi al di là dell´incremento di efficienza degli impianti esistenti (sempre auspicabile), è possibile realizzare nuova potenza idroelettrica solo attraverso la costruzione di impianti di piccola taglia (il cosiddetto mini e micro idro). Inoltre ulteriori limitazioni dell´utilizzo energetico della risorsa idrica vengono dall´Europa: la stessa direttiva acque 2000/60 recepita dall´Italia con il decreto legislativo 152/06, tutela la risorsa idrica dal punto di vista quali-quantitativo obbligando a mantenere nei corsi d´acqua almeno il minimo deflusso vitale. Bisogna osservare però, che la riduzione delle portate dei corsi d´acqua è una conseguenza riscontrabile anche localmente degli stessi cambiamenti climatici dovuti ai gas serra e al modello di sviluppo basato su produzione energetica da fonti fossili. Come molti studiosi affermano non c´è modo di produrre o trasformare energia in una forma utilizzabile dall´uomo senza causare un impatto, diretto od indiretto sull´ambiente. Si tratta quindi di ricondurre alla valutazione dei costi benefici, utilizzando la contabilità ambientale per determinare se un determinato impianto garantisce sostenibilità in termini ambientali sociali ed economici. La politica dovrebbe prendere decisioni dopo l´analisi di questo processo.