martedì 30 dicembre 2008

RICATTI E "BOTTEGHE" .....NESSUNO VI RIMPIANGERA'

ORTONA L'Eni ha avviato lo smantellamento del Distretto. Entro gennaio saranno attuati i primi provvedimenti logistici legati al Piano Industriale che prevede la cancellazione della sede direzionale E&P di Ortona. Una ventina tra funzionari e dipendenti del polo di Sant'Elena in questi giorni hanno ricevuto lettere di trasferimento a Ravenna e Val d'Agri e "per il 2009 - annuncia il coordinamento Rsu - è atteso un massiccio ricorso alla mobilità con possibili prepensionamenti e la Cig per le Aziende dell'indotto".
Subito dopo l'Epifania sarà convocata la Consulta del Lavoro, con ogni probabilità alla presenza di rappresentanti della multinazionale dell'rnergia, per analizzare insieme alle organizzazioni di categoria e le parti sociali le conseguenze della crisi sul tessuto locale, anche alla luce di una ricognizione condotta prima di Natale dalla Cisl tra tutte le ditte del comparto. Secondo il sondaggio molte realtà lasceranno la città per seguire l'Eni altrove, con una prospettiva di forte recessione economica per il sistema produttivo, che per il 70% si è consolidato negli ultimi 30 anni attorno al segmento della ricerca e sfruttamento degli idrocarburi. Verrà chiesto un incontro al neo governatore Gianni Chiodi. «La posizione della Regione - accusa il coordinamento Rsu - che ha bloccato le attività di estrazione e produzione in Abruzzo sta causato la fuga delle principali Aziende del settore a cominciare proprio da Eni, che, dopo aver contribuito a creare oltre 3000 posti di lavoro sul territorio, è stata letteralmente cacciata a pedate dai politici legati agli interessi di bottega (????) delle singole comunità locali, che hanno preferito fiancheggiare i comitati ed i movimenti contrari alle attività petrolifere. Nell'ultimo anno si è sviluppato attorno al problema del Centro Oli un teatrale psicodramma collettivo la cui responsabilità ricade principalmente sull'uso distorto delle informazioni e sulla incapacità di governo della classe dirigente», riguardo a una vicenda che invece, secondo le Rsu Eni, «si sarebbe dovuta ricondurre nel merito tecnico» e non farne «motivo di guerra ideologica e tema di campagna elettorale». Pur condividendo le preoccupazioni dei sindacati e dei lavoratori del comparto, non si può tuttavia far passare sotto silenzio una infelice espressione usata nel comunicato: non si posssono definire "interessi di bottega delle singole comunità locali" l'opposizione, ad esempio, delle cantine sociali, degli operatori turistici, di decine di Comuni (compresi Chieti e Pescara), di migliaia e migliaia di cittadini preoccupati del futuro dei loro figli e persino della Chiesa. Non sono interessi "di bottega" così come non lo sono quelli di chi legittimamente difende il proprio lavoro. Si muova la politica, allora, ma senza cedere in alcun modo a scelte che potrebbero far pensare a inaccettabili ricatti.
C. D'I.


DA " IL TEMPO D'ABRUZZO" 30/12/2008

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