martedì 30 dicembre 2008

RICATTI E "BOTTEGHE" .....NESSUNO VI RIMPIANGERA'

ORTONA L'Eni ha avviato lo smantellamento del Distretto. Entro gennaio saranno attuati i primi provvedimenti logistici legati al Piano Industriale che prevede la cancellazione della sede direzionale E&P di Ortona. Una ventina tra funzionari e dipendenti del polo di Sant'Elena in questi giorni hanno ricevuto lettere di trasferimento a Ravenna e Val d'Agri e "per il 2009 - annuncia il coordinamento Rsu - è atteso un massiccio ricorso alla mobilità con possibili prepensionamenti e la Cig per le Aziende dell'indotto".
Subito dopo l'Epifania sarà convocata la Consulta del Lavoro, con ogni probabilità alla presenza di rappresentanti della multinazionale dell'rnergia, per analizzare insieme alle organizzazioni di categoria e le parti sociali le conseguenze della crisi sul tessuto locale, anche alla luce di una ricognizione condotta prima di Natale dalla Cisl tra tutte le ditte del comparto. Secondo il sondaggio molte realtà lasceranno la città per seguire l'Eni altrove, con una prospettiva di forte recessione economica per il sistema produttivo, che per il 70% si è consolidato negli ultimi 30 anni attorno al segmento della ricerca e sfruttamento degli idrocarburi. Verrà chiesto un incontro al neo governatore Gianni Chiodi. «La posizione della Regione - accusa il coordinamento Rsu - che ha bloccato le attività di estrazione e produzione in Abruzzo sta causato la fuga delle principali Aziende del settore a cominciare proprio da Eni, che, dopo aver contribuito a creare oltre 3000 posti di lavoro sul territorio, è stata letteralmente cacciata a pedate dai politici legati agli interessi di bottega (????) delle singole comunità locali, che hanno preferito fiancheggiare i comitati ed i movimenti contrari alle attività petrolifere. Nell'ultimo anno si è sviluppato attorno al problema del Centro Oli un teatrale psicodramma collettivo la cui responsabilità ricade principalmente sull'uso distorto delle informazioni e sulla incapacità di governo della classe dirigente», riguardo a una vicenda che invece, secondo le Rsu Eni, «si sarebbe dovuta ricondurre nel merito tecnico» e non farne «motivo di guerra ideologica e tema di campagna elettorale». Pur condividendo le preoccupazioni dei sindacati e dei lavoratori del comparto, non si può tuttavia far passare sotto silenzio una infelice espressione usata nel comunicato: non si posssono definire "interessi di bottega delle singole comunità locali" l'opposizione, ad esempio, delle cantine sociali, degli operatori turistici, di decine di Comuni (compresi Chieti e Pescara), di migliaia e migliaia di cittadini preoccupati del futuro dei loro figli e persino della Chiesa. Non sono interessi "di bottega" così come non lo sono quelli di chi legittimamente difende il proprio lavoro. Si muova la politica, allora, ma senza cedere in alcun modo a scelte che potrebbero far pensare a inaccettabili ricatti.
C. D'I.


DA " IL TEMPO D'ABRUZZO" 30/12/2008

sabato 27 dicembre 2008

Ambientalismo all'abruzzese: wwf antesignano, già 10 anni fa infatti...

La sezione abruzzese del WWF si è sempre vantata di saper gestire i parchi. Ma la Corte dei Conti nel 2003 ha condannato il presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo Fulco Pratesi a un risarcimento di oltre 88.000 euro più interessi e spese di giudizio. La decisione si riferisce alla gestione dissennata del Parco Nazionale d'Abruzzo. La Corte rimproverava a Pratesi di non aver controllato l'operato del direttore generale Tassi, che si sarebbe dato a una serie di spese pazze. Franco Tassi, già decano dei direttori dei Parchi Italiani, uno dei primi soci del WWF, idolo della cultura conservazionista italiana, è stato prima allontanato dalla direzione del Parco Nazionale d'Abruzzo, carica che ricopriva dal 1969, e poi è stato licenziato e condannato. In un dossier pubblicato dal settimanale «Tempi», risulta che la lista delle violazioni compiuta dall' accoppiata Tassi - Pratesi è impressionante: un diffuso sistema di assegnazione di funzioni superiori a tutto il personale, in palese violazione delle leggi vigenti. Apertura di uffici periferici a Roma e a New York; falsi in bilancio, debiti miliardari, gestione privata dei fondi in dotazione al Parco. La relazione sulla gestione del Parco d'Abruzzo stilata nel 1998 dalla Corte dei Conti denunciava già una «situazione di diffusa illegittimità».

mercoledì 24 dicembre 2008

la vera storia parte I°-"..e per fondatore un nazista"

( nella foto il principe Bernardo d'Olanda , fondatore del WWF. Le attività di spionaggio di questo signore a favore delle unità speciali delle SS (o Schutzstaffel) nella industria chimica "IG Farbenindustrie",la stessa che fabbricò lo Zyklon-B, usato nelle camere a gas, sono documentate dalle testimonianze del Processo di Norimberga.)


Nel 1948 Sir Julian Huxley, un famoso biologo, istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali). L’IUCN ha sempre avuto relazioni molto strette con il Foreign Office inglese. Per tutta la vita Huxley ha lavorato su progetti di conservazione della natura. Nel 1960, fece un viaggio attraverso le Colonie Inglesi che stavano per ottenere l’indipendenza. Il suo ruolo fu quello di accertarsi che il governo inglese fosse in grado di mantenere le grinfie nella gestione delle Riserve naturali situate nei paesi del Commonwealth, cosa che avviene ancora oggi. Talvolta fu in grado di convincere i nuovi leaders africani che ogni loro cittadino era un bracconiere potenziale. La Gran Bretagna si è sempre preoccupata di ottenere illimitatamente le materie prime dai paesi del Commonwealth. E’ da notare che l’IUCN ha tuttora nel suo nome le parole “risorse naturali”. L’Avvocato olandese J. Wilgers affermò che l’IUCN fosse una estensione degli uffici governativi e dei pubblici settori della Gran Bretagna, perché alla fine è li che si trovano i veri beneficiari delle sue attività. Un anno dopo il viaggio, l’11 settembre 1961 (40 anni esatti prima dell’attentato alle torri gemelle), lo stesso Julian Huxley fondò ufficialmente il WWF, insieme al principe Bernardo d’Olanda e al Principe Filippo di Edinburgo, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN. In realtà dopo la nascita del WWF l’IUCN passò in secondo piano, ed a 30 anni dalla sua fondazione, il WWF controllava il 10% della superficie mondiale. Ad esempio, controlla il 40% della Tanzania. All’inizio degli anni ‘70 fu istituito, sempre dal Principe Filippo e da Bernardo d’Olanda, un club che ha lo scopo di generare fondi per il funzionamento del WWF.
Tale club prese il nome di Club 1001. Nel 1974 fu fatto appello a tutti i membri affinché versassero una quota una tantum di 10.000 dollari, una specie di iscrizione a vita. Da allora in poi le informazioni disponibili sulla vita e sul funzionamento del club sono molto scarse. Nel 1980, la rivista Private Eye pubblicò un articolo in cui campeggiava la domanda “cosa ottengono i membri del club 1001 in cambio della loro quota di iscrizione oltre al privilegio di poter cenare col Principe Bernardo o col Duca di Edinburgo ?” Questa è l’unico riferimento che testimonia che il Club 1001 organizza i suoi meeting. Una cosa certa è comunque che ancora nel 1996 il Club reclutava nuovi membri. Sul sito di Buttonboss si poteva leggere: “Buttonboss ha celebrato il suo 20° compleanno e, una volta ancora il Principe Bernando ci ha onorato della sua presenza partecipando allo spettacolare party celebrativo che si è tenuto a Twente (Olanda). E’ stato in questa occasione che egli, a nome dei membri del comitato ristretto del Club, ha offerto a Henk Brusse l’iscrizione al Club 1001, per partecipare al quale doveva comunque dare un contributo. Il club comprende 1001 buoni amici del Principe Bernardo, tutti contribuenti per sostenere le attività del WWF". Nel 2005 la sezione olandese del WWF confermava che i meeting del Club 1001 si tenevano ancora, ad esempio in quell’anno si era tenuto un Panda Ball nel Principato di Monaco e una cena a Barcellona. Da notare che le varie sezioni nazionali del WWF, appositamente interpellate, hanno mostrato scarso interesse a rispondere a domande sull’attività del Club 1001. Comunque fonti ufficiali WWF hanno confermato che la quota vitalizia di iscrizione al Club era salita a 25.000 dollari nel 2005. Con tale quota i membri del Club usufruiscono di escursioni naturalistiche ed eventi organizzati dal WWF Internazionale. Le informazioni fornite dal WWF Internazionale permettono di speculare sulle entrate annuali del Club. Se il Club ha circa 1000 soci di 45-50 anni, si può ipotizzare un tasso di mortalità di circa 20 persone all’anno, che significa un ammontare di quote di iscrizione di 500.000 dollari annui. Ma quali sono gli intendimenti delle persone che partecipano ai meeting ? Eccoli, secondo il sopraccitato articolo di Private Eye. “La risposta risiede nel fatto che il WWF Internazionale, per le cause della conservazione, deve sempre di più stringere accordi coi ministri economici e dell’ambiente dei paesi del Terzo Mondo che controllano importanti mercati e risorse di cui gli industriali hanno disperato bisogno. Sotto l’egida del WWF, gli uomini d’affari possono informalmente incontrare politici che condividono le loro vedute in base alle quali ciò che è buono per gli affari è buono anche per i conti bancari”. Secondo l’Avvocato olandese J. Wilgers, in definitiva l’IUCN ed il WWF, "sono stati creati come strutture del il neo-colonialismo inglese".Alcune attività dei fondatori del WWF e dei soci del Club 1001In questa foto scattata il 26 gennaio 1961 compaiono, da sinistra a destra: il Principe Filippo, Duca di Edimburgo, il Principe Jagat-Singh (col piede sulla testa della tigre), il Maragià di Jaipur, la Regina Elisabetta e la Maharani di Jaipur. La tigre era stata abbattuta dal Principe Filippo durante una battuta di caccia alla tigre con l’elefante. La pelle della tigre fu poi spedita e conservata al Castello di Windsor. Il Principe Filippo fondò qualche mese dopo il WWF, di cui ne divenne il primo presidente per cedere poi la carica a Bernardo d'Olanda: c’è da pensare che ad una persona così stesse a cuore la conservazione della natura ?
Pure al secondo presidente del WWF, il Principe Bernardo d'Olanda, la natura andava "un po' stretta". Infatti, Dario Paccino, nel suo "L'imbroglio ecologico" (Einaudi, 1972) riporta la seguente notizia: "Il Presidente del WWF, Principe Bernardo d'Olanda, nel marzo del 1970, insieme con altri "Vip" (il marchese Edilio Raggio, l'armatore greco Niarkos -ex cognato di Onassis -, l'attore Walter Chiari ed il torero Dominguin) fu denunciato alla magistratura dalla sezione cacciatori di Novi Ligure (Alessandria) per essere andato a caccia di frodo su terreno coperto da neve, sul quale normalmente la caccia è proibita, essendo ridotte le possibilità della selvaggina di cercare scampo con la fuga".Vediamo ora qualche "supporter" del WWF. Il Club di Roma fu fondato dal socio del Club 1001 Alexander King e dal n° 2 della Fiat, Aurelio Peccei. Il presidente della Fiat, Gianni Agnelli, era socio del Club 1001. Il Re di Spagna Juan Carlos, anch’esso finanziatore del WWF in quanto membro del Club 1001 è noto per essere un cacciatore senza scrupoli, che non si cura dell’età degli animali che abbatte o se si tratta di femmine gravide. Ad esempio, il 10 ottobre 2004 in una battuta di caccia in Romania
Juan Carlos uccise 9 orsi, un lupo ed tre cinghiali.
Non solo, in seguito anche un orso domestico, di indole mansueta, è stato catturato, impacchettato e portato in una riserva dove, dopo essere stato ubriacato da un mix di miele e vodka, è stato abbattuto dal re Juan Carlos. E' avvenuto in Russia ad agosto 2006. Da ricordare che Juan Carlos si reca sovente a caccia anche in Italia, ed esattamente in Valle Dragoiesolo, Venezia (ad esempio il 25 settembre 2003 e nel 2005).Per avere un quadro più dettagliato sui membri noti del Club 1001 e sulle attività poco note del WWF in Africa, vi consigliamo la visita di questo sito http://www.bibliotecapleyades.net/sociopolitica/sociopol_1001club01.htm da cui sono tratte molte delle informazioni contenute in questo post.

martedì 23 dicembre 2008

Buon Natale ....News sui presunti difensori dell'Abruzzo dall'assalto petrolifero











il WWF Abruzzo schierato per l'ennesima volta contro un impianto a fonte rinnovabile.
Questa volta tocca al previsto impianto eolico di Civitaluparella, in provincia di Chieti, proposto da Civitaluparella Wind, società del gruppo PODINI HOLDING S.P.A., gruppo già operante in Abruzzo con gli impianti di Collarmele, cerchio e quello in prevista realizzazione di Pescina.

Il previsto impianto è fuori da tutti i vincoli, ubicato su coltivi utilizzati per la maggior parte come suoli per la fertirrigazione, cioè lo smaltimento dei reflui prodotti dall'allevamento industriale dei suini da ingrasso....

Per adesso non è dato sapere quali siano le motivazioni di codesti "scienziati" contro tale "deprecabile" iniziativa, ma da tanta "cattedra" ci attendiamo molto. il tutto concentrato, ovviamente, nel loro stile snobistico-radical-protestario del "no a tutto" (tranne al centro oli, ovviamente, ma questa è storia vecchia, risaputa e cìè poco da arrampicarsi sugli specchi) in una paginetta e mezza a firma del loro presidente-avvocato, di cui, da ignorante quale sono "ignoro" le specifiche conoscenze in materia.

che dire ? a voi i commenti....



Nei prossimi giorni mi dedicherò allo scandalo dei posti e delle poltrone legato al mondo cosidetto "ambientalista" nella "regione verde d'europa", quella più bruciacchiata d'europa e con la più grande area contaminata d'europa. Il sistema di finanziamento delle riserve regionali, a quasi totale gestione di questa presunta associazione "ambientalista" , è una formidabile macchina mangiasoldi pubblici e creatrice di clientele parassitarie e ubbidienti alle direttive della sinistra più retriva. Il sottobosco delle coperative sociali, mai oggetto di inchiesta da parte dei vari ispettorati del lavoro, mai oggetto di attenzione dei sindacati compiacenti....

domenica 21 dicembre 2008

L'unico Giusto....

Equilibrio, equidistanza, personalità, sangue freddo. L'unico che non si lascia andare alla deriva sfascista sinistroide sul Centro Oli scatenata dalla perdente sinistra di pietresca e dalfonsiana d'Abruzzo all'indomani della sonora sconfitta elettorale e delle clamorose notizie sulle ruberie dei propri esponenti nel comune di Pescara, da cui evidentemente si vuole allontanare la già scarsa attenzione dei mezzi d'informazione (tutti più o meno già peraltro "omologati" storicamente a sinistra ...) . L'Abruzzo-barzelletta d'Italia e d'Europa finirà. Anche grazie a persone come Giusto Di Fabio...

... «Ci chiariscano una volta per tutte - ha sottolineato il presidente di
Natura Verde Giusto Di Fabio - cosa sarà della nostra Regione, cioè se l'Abruzzo
diventerà petrolifero oppure no». Il neo presidente Gianni Chiodi ha tuttavia
già risposto. Appena sarà insediato il nuovo Consiglio, ha annunciaro, sarà
subito approvata una legge «che riprenda le finalità di tutela della costa
teatina» come nei fatti chiede oggi a gran voce - da destra, dal centro e da
sinistra - l'intera società abruzzese.......


Tieni duro, chi è contro veramente non

giovedì 18 dicembre 2008

Auguri Presidente: tra informazione "seria" e "chiacchiere da cantina"....

la tecnica è sempre la stessa: distorcere, imbrogliare, violentare la verità, allontanare l'attenzione della gente dal vero scandalo : 3 amministratori finiti in carcere, tre amministrazioni importanti messe in ginocchio da scandali indescrivibili, una di queste l'istituzione regionale....
...e hanno ancora il coraggio di parlare!
dire che si è schifati difronte a tanta incredibile malvagità e malafede è dire poco...
ormai il "morbo" demagogico di certa sinistra ambientalista appesta il movimento che si oppone al centro oli. L'errore più grande che si sia potuto commettere è stato quello di farsi monopolizzare dagli opportunisti di sinistra in cerca di visibilità sui vari blogs.
questa notizia non la troverete certo sulla prima pagina del "primo quotidiano online per l'abruzzo" ma tant'è.
Chiodi ci faccia il callo, possono cadere tutti muri non solo di Berlino ma di tutte capitali del mondo, possono fare mille bolognine, travestirsi da tifosi di Obama e Zapatero, giocare a fare i finti riformisti occidentali e moderni ma sogneranno sempre i gulag per i loro avversari politici.
E' il minimo di "democrazia" che le loro menti riescono a concepire....



18 dicembre 2008
In riferimento al provvedimento assunto in data odierna dal consiglio dei ministri relativo alla legge regionale in materia di tutela della costa teatina, il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ribadisce il “no” al Centro Oli del nuovo Governo regionale, e sottolinea che “l’intervento del Consiglio dei ministri è stato reso indispensabile dalle insanabili illegittimità portate dalla Legge regionale.”
“In particolare”, spiega Gianni Chiodi, “al momento dell’approvazione della legge, il consiglio regionale – a seguito delle note vicende giudiziarie - poteva deliberare esclusivamente provvedimenti urgenti ed indifferibili. Inoltre la Legge regionale presentava ulteriori gravi illegittimità tecniche che rendevano inevitabile la censura del Governo”.

Ad ogni buon conto Il Presidente Chiodi ha già concordato con il Ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto, che una volta insediato il nuovo consiglio regionale nella pienezza delle sue funzioni, sarà approvata una nuova legge regionale che riprenda le finalità di tutela della costa teatina, ma che sia scevra dalle gravi illegittimità oggi inevitabilmente censurate. Il Ministro Raffaele Fitto si è già impegnato con il Presidente Chiodi ad assicurare la condivisione del Governo.


(tratto da "Abruzzo Liberale") 18/12/2008

Auguri presidente: non La invidio per niente. Coraggio. E' appena Il 3° giorno....

martedì 16 dicembre 2008

Scuola ENI, per caso?

Ogni giorno ho a che fare con robusti ignoranti che occupano posizioni di punta nelle scale gerarchiche all'interno di organizzazioni importanti. Vi assicuro che ne conosco tanti, tantissimi. Nella mia vita non mi sono mai fatto assumere da nessuno, non per snobbismo ma semplicemente perchè sono anarchico, scontroso e , insieme a tutti i miei collaboratori (tutti rigorosamente annoverabili nella schiera degli amici più cari) all'interno del mio studio, non uso la sveglia nè esistono orari particolari per cominciare o finire .Contratti per R&D assolutamente temporanei e mirati, consulenze mirate, mai in esclusiva: ci piace avere clienti e non padroni.....dieci anni fa ebbi un'offerta importante, non ho ancora capito perchè all'epoca non volli accettare, ma non accettai e non ho mai avuto rimpianti. Sarà stata la paura di diventare cretino come questo tizio del video?


Questo qui percepisce poco meno di 900 mila euro all'anno più robuste stock options."NapoleTone fece il suo capolavoro a Waterloo". Ah sì? Già, e allora , chessò, fatemi pensare....Leonida vinse alle termopili e Pompeo a farsalo....Queste le parole di Luca Luciani, Head of Domestic Mobile Services di Telecom, raccolte in un video che ovviamente sta spopolando su Youtube. La sconfitta definitiva del grande condottiero francese che in seguito venne spedito in esilio nell'isoletta sperduta di S.Elena sarebbe un esempio che i lavoratori Telecom, sfiduciati e stonati dalle tante notizie negative sull'azienda lette sui giornali, dovrebbero seguire.Il paragone viene ripetuto diverse volte senza che il manager si accorga della castroneria che sta dicendo: forse in uno dei suoi corsi su come parlare in pubblico gli avranno parlato, con tutta probabilità, della battaglia di Austerlitz. Domande: chi ha dato la laurea a questo signore? perchè i giudici non indagano su chi l'ha messo in capo alla telecom?dove l’hanno preso? Tutto un dire “incazzato”, “cazzo”, “gnente”, parla come un burino de Roma, e conclude ricordando più volte che Napoleone, anzi no "NAPOLETONE"a Waterloo, fece il suo capolavoro di strategia. Come c’è arrivato lì? E quante persone, che rispondono al call center di Telecom, sanno di Waterloo meglio di lui, e sanno parlare senza queste evidenti inflessioni dialettali? franco Bernabè ha annunciato 9.000 licenziamenti. Tra i licenziati non c'è questo sciagurato burino, che addirittura potrebbe e dovrebbe diventare futuro presidente di Tim Brasil. Mettiamolo all'Eni e mandatecelo a Ortona.....

lunedì 15 dicembre 2008

“Io non volevo cambiare il mondo..."

Come dice giustamente PdN “gli abruzzesi non ci credono”. E se non ci credono c’è da preoccuparsi. Perché questa è da sempre terra di libertà. Questa mattina guardavo fuori dalla finestra e ammiravo la Maiella e ritornano alla mente i nomi di quei fieri uomini. Qua imperversò l’impeto rivoluzionario di Domenico Valerio detto “Cannone”, contadino di Casoli, di Pasquale Mancini e Salvatore Scenna, di Policarpo Romagnoli, Giovanni Di Sciascio, Domenico Saraceni Qua hanno lasciato il loro sangue “i briganti della libertà”, gli uomini senza padroni, senza partito e senza stellette che gli eserciti alleati poterono ammirare per il loro coraggio, coloro che contribuirono a liberare Bologna e Milano, coloro i quali subirono da parte delle forze cattocomuniste monopilizzanti la storiografia ufficiale sulla “resistenza” per meri scopi di potere di pochi (Togliatti in primis, colui che definiva i soldati italiani in russia “miserabili mandolinisti”….), che occuparono le nuove istituzioni repubblicane nell’immediato dopoguerra, l’onta del mancato riconoscimento del loro valore e del sacrificio dei loro commilitoni soltanto perché di difficile catalogazione politica secondo gli schemi imposti da Togliatti e dai democristiani. Umiliati dai comunisti e dai riciclati fascisti ma mai domi. Qua lasciò il suo sangue l’eroe inglese Lionel Wingram, il protettore degli abruzzesi liberi. Qua combatterono e trovarono protezione le bande armate dell’esercito rivoluzionario del Sud, coloro i quali dalla storiografia serva dei vincitori vengono semplicemente chiamati “briganti” e invece furono dei patrioti. Su queste balze venivano reclutati i giovani figli delle nobili famiglie sannite che andavano a costituire la “legio linteata”, il reparto suicida legato dal sommo giuramento di morte fatto insieme ai compagni d’armi nel cerchio sacro del telo di lino secondo i rituali di un popolo civilissimo, venuto a contato con i greci ben prima dei romani… Duri montanari che fecero sfilare i romani alle forche caudine, che sostennero Annibale, che furono piegati, dopo duecento anni, solo perché mancava loro lo sbocco in mare .Da sempre gli abruzzesi hanno un alto senso della loro terra, del loro vivere in pace con se stessi e con gli altri, ma….





“Io non volevo cambiare il mondo: volevo solo vivere in pace”. (Domenico Troilo, vice comandante e responsabile militare della Brigata Maiella)

mercoledì 10 dicembre 2008

tutti gli ostacoli possibili e 12 minuti...

Troppe norme ostacolano lo sviluppo delle fonti rinnovabili
Millenovecentodieci pagine, per raccogliere 84 leggi nazionali e comunitarie, 27 delibere dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, 21 sentenze (dalla Corte Costituzionale al Consiglio di Stato ai TAR regionali), 7 circolari e risoluzioni, 120 leggi regionali. Questi, in cifre, i contenuti del “Codice delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica 2009” il volume delle Edizioni Ambiente presentato oggi a Roma dal presidente Piero Gnudi e dall’amministratore delegato e direttore generale dell’Enel Fulvio Conti alla presenza del Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, di esponenti politici impegnati sul fronte ambientale e delle autorità di regolazione del settore. La prima raccolta completa delle 259 norme che regolano questo importante settore industriale rappresenta uno strumento indispensabile per quanti quotidianamente devono confrontarsi con la complessità della normativa.Il Ministro Raffaele Fitto ha detto: “Gli ambiziosi traguardi che l’Europa ci pone in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, possono essere raggiunti dall’Italia solo se riusciremo a unificare i processi autorizzativi e i sistemi di incentivazione, attraverso un tavolo Stato-Regioni che eviti sovrapposizioni e ritardi non più accettabili e certamente non compatibili con la rilevanza delle risorse economiche necessarie alla realizzazione di tale sforzo”.“In un contesto caratterizzato dai già onerosi ed ambiziosi impegni legati al piano ‘20-20-20’ dell’Europa, gli impedimenti amministrativi, la complessità normativa e la frammentazione delle responsabilità - ha commentato Fulvio Conti - rappresentano un aggravio di costo ed un ostacolo alla realizzazione degli investimenti infrastrutturali di cui il Paese ha bisogno, in particolare anche nel settore delle rinnovabili. E’ il momento di superare la cultura del no a tutti i costi e quell’atarassia amministrativa che mina lo sviluppo economico e industriale del Paese, per trovare un accordo tra Stato e Regioni che possa far ripartire gli investimenti”.“E’ stato calcolato che le complicazioni dell’iter italiano comportano un sovracosto del 20-25% sul prezzo dell’elettricità verde”, ha ricordato Gianni Silvestrini direttore scientifico del Kyoto Club. “E’ intenzione del Governo - ha sottolineato Sergio Garribba consigliere per le politiche energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico - intervenire per muoverci rapidamente verso testi unificati e armonizzati”.Enel sta facendo la sua parte: sul fronte dell’efficienza energetica, ha sviluppato una capillare campagna di informazione e promozione dell’uso intelligente dell’energia. Ha distribuito 17 milioni di lampadine fluorescenti ad alta efficienza, che durano 8 volte di più e consumano l’80% in meno rispetto alle tradizionali lampadine a incandescenza. E ha distribuito più di 4 milioni di economizzatori idrici, che consentono di risparmiare anche fino al 60% di acqua calda, con risparmio annuo di circa 201 milioni di chilowattora e minori emissioni per 139.000 tonnellate di CO2. Grazie al contatore elettronico, installato nelle case di 30 milioni di clienti Enel in tutta Italia, si possono monitorare i consumi in tempo reale e proporre tariffe multiorarie che incentivano lo spostamento dei consumi lontano dalle ore di punta, contribuendo così a smussare i picchi di domanda.Sul fronte delle rinnovabili, Enel è già oggi un leader del settore. Considerando anche i grandi impianti idroelettrici e la partecipazione in Endesa, oggi Enel ha circa 30.000 MW di potenza installata rinnovabile (di cui 15.400 in Italia); lo scorso anno ha prodotto da questa fonte 67,1 TWh (di cui 26,9 in Italia), evitando emissioni di CO2 per 50 milioni di tonnellate l’anno. Per valorizzare le proprie attività in questo campo Enel ha dato vita a una nuova società interamente dedicata alle fonti rinnovabili, Enel Green Power, che conta su una dote di circa 4.300 MW di capacità installata in Europa e nel continente Americano. E che, grazie a un importante programma di investimenti, intende incrementare significativamente la capacità nei prossimi anni, ottimizzando il mix tecnologia/paese, valorizzando al meglio la leadership su alcune tecnologie, come il geotermico, e crescendo fortemente in altre, come l’eolico ed il solare.Tuttavia come è emerso dalla tavola rotonda di oggi, la realizzazione delle infrastrutture, anche nel settore delle rinnovabili, incontra nel nostro Paese numerose difficoltà, sia per forme di opposizione riconducibili alla cosiddetta sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) sia a causa di numerose inefficienze amministrative, che rendono i processi autorizzativi eccessivamente lunghi, farraginosi e dai tempi incerti.“L’augurio – ha concluso Conti - è che la prossima edizione del Codice, grazie alla collaborazione di tutte le istituzioni e i soggetti responsabili, diventi uno strumento maggiormente agile e fruibile per dare impulso agli investimenti di cui il nostro Paese ha bisogno”.


e pensare che, secondo alcune informazioni raccolte, il comitato VIA abruzzese ha liquidato il Centro oli in 12 minuti....

martedì 9 dicembre 2008

tutto il mondo è paese....italia compresa, i suppose...


dal "boston globe"


Official fined for ethics violation in project testimony

The state ethics commission determined yesterday that a former member of the Massachusetts Marine Fisheries Advisory Commission violated the state's conflict of interest law by testifying before state and federal agencies about the environmental impact of the Cape Wind project while working as a paid consultant for the wind farm's leading opponent.
Mark Weissman, who served on the fisheries commission until August, was fined $2,500. The maximum penalty could have been $4,000 for these violations, said David Giannotti of the ethics commission.
In a phone interview last night, Weissman called the issue a "misunderstanding" of state law and said that he disclosed his work for the Cape Wind opponent to colleagues and some superiors as early as 2003.
"There was nothing hidden about my actions," he said.
On various occasions between 2002 and 2007, Weissman testified before federal and state agencies in his capacity as a state official that the proposal to erect 130 turbines in Nantucket Sound needed further environmental review. He also "voiced skepticism" about fisheries data used in federal environmental impact analyses, according to the ethics commission's findings.
Since 2003, Weissman has received about $48,000 in consulting fees from the central opponent to the Cape Wind project, the Alliance to Protect Nantucket Sound, the commission found. About $8,000 was related to the group's efforts to stop the Cape Wind project.
While Weissman disclosed the relationship to his fellow board members in 2003, the ethics commission penalized him for not disclosing it in writing to the governor, as the conflict of interest law requires.
The ethics commission also found that he violated the law because he testified as a state official in proceedings related to the Cape Wind project while taking money from one of its opponents.
Weissman said he did not disclose in public hearings that he was paid by the Alliance to Protect Nantucket Sound because he was testifying only in his capacity as a commission member.
In testimony where he identified himself as a member of the marine fisheries commission in 2004, Weissman criticized a draft environmental review of Cape Wind issued by the US Army Corps of Engineers and the state and expressed concern that the project would compromise marine resources.
Since 2005, a different federal agency has had control over the environmental analysis and federal lease process for Cape Wind.

domenica 7 dicembre 2008

Il vento della libertà...

se anche New york fosse di nuovo attaccata, se mancasse anche solo per 1 minuto l'elettricità della rete newyorkese, la fiaccola di lady liberty continuerebbe a splendere poichè ha una linea esclusiva e dedicata....
La Statua della Libertà è illuminata grazie all'energia eolica e così pure il relativo museo di Ellis Island.


"Per quanto ci riguarda, siamo contrari alla realizzazione del Centro Oli. L'Abruzzo è la Regione più Verde che ci sia ed i suoi parchi sono più belli di quelli del Maine"

http://www.nrcm.org/issue_windpower.asp



lunedì 1 dicembre 2008

i fatti, prima di tutto....

28-11-2008
SICILIA: IMPIANTO EOLICO GRUPPO MONCADA IN ALBANIA, PRESENTE BERLUSCONI


(ASCA) - Palermo, 28 nov - Al via la realizzazione in Albania, da parte del gruppo siciliano Moncada, del piu' grande impianto eolico mai progettato in Europa (potenza di 500 Mw), a Sud e Sud-Est di Valona, e della linea sottomarina di interconnessione (merchant line) in corrente continua tra la rete di trasmissione Italiana e quella albanese, della capacita' di 500 Mw, che con 1 miliardo e 200 milioni di euro rappresentano il piu' grande investimento di tutta l'Albania.

L'imprenditore Salvatore Moncada, uno dei principali produttori italiani di energia eolica, martedi' prossimo a Tirana, capitale dell'Albania, firmera' la dichiarazione d'impegno ad iniziare i lavori il piu' presto possibile, in cambio di un'accelerazione dell'iter autorizzativo giunto alle fasi conclusive. La cerimonia si svolgera' nell'ambito della visita ufficiale del Premier italiano Silvio Berlusconi, alla presenza di quest'ultimo e del Primo Ministro albanese Sali Berisha e di altre autorita' albanesi.

Nel corso della cerimonia con il Presidente del Consiglio, anche altri imprenditori italiani operanti in Albania firmeranno analoghi accordi. In questa occasione Salvatore Moncada si impegnera', in particolare, ad aprire i cantieri entro il primo semestre del 2009, a garantire l'assunzione di personale qualificato residente nei comuni interessati dal progetto, ad avvalersi della collaborazione di imprese locali, e in aggiunta, ove possibile, all'accordo intergovernativo per la gestione della merchant line Italia-Albania che e' in fase di perfezionamento.

Alla cerimonia fara' seguito un incontro nella residenza dell'Ambasciatore d'Italia in Albania, Saba D'Elia, nel corso della quale il premier Silvio Berlusconi incontrera' gli imprenditori italiani operanti in Albania per discutere dei progetti in corso.

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i fatti, signori, solo i fatti possono sconfiggere le bugie della sinistra italiana e abruzzese...